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BCE, Panetta: “Fatto un ponte in difesa dell'economia. Ora rilancio”

(Teleborsa) – Con un intervento tempestivo sulla crisi pandemica la Bce ha mantenuto in vita l’economia reale evitando un collasso finanziario che, qualora fosse avvenuto, avrebbe “limitato la capacità produttiva dell’economia europea, la sua capacità di uscire dalla crisi, di avviare una ripresa che poi porti lavoro, consumi, investimenti”. È quanto ha affermato Fabio Panetta, componente del Comitato esecutivo della Bce, intervenendo a un convegno organizzato da Rcs Academy.

Secondo Panetta “la politica monetaria è fondamentale ma da sola non può risollevare le sorti dell’economia europea. Occorre – ha proseguito – l’intervento di altre politiche. Noi dovevamo costruire un ponte verso questo intervento e mantenere condizioni adeguate per la politica monetaria. Le autorità europee hanno approvato e stanno approvando delle misure importanti. Fino adesso abbiamo evitato dei danni peggiori. Adesso dobbiamo ripartire. Dobbiamo superare la fase di difficoltà e tornare a crescere”.

GLI INTERVENTI DELLA BCE – “Ci siamo subito resi conto che la carenza di finanziamenti, la mancanza di liquidità dovuta al blocco dell’attività economica, poteva portare al collasso l’economia e mettere in difficoltà imprese sane. Abbiamo agito con prontezza per mantenere acceso il motore dell’economia” ha spiegato il banchiere centrale commentando il tempestivo intervento della Bce con l’adozione di “misure che fino a qualche mese fa sarebbero state impensabili”. In particolare, ha aggiunto l’economista – l’intervento ha previsto “finanziamenti alle banche a tassi ancora più negativi, ma solo a condizione che quei fondi venissero poi utilizzati dalle banche per finanziare famiglie e imprese” e il “rilancio del programma di acquisto di titoli”. Quest’anno – ha sottolineato Panetta – la Bce comprerà nel complesso 1100 miliardi di titoli pubblici e privati per finanziare emittenti dell’area dell’euro. Facciamo questo perché vogliamo evitare che vi siano tensioni finanziarie che non solo possano aggravare la carenza di finanziamenti, ma anche che possano determinare una frammentazione finanziaria che possa impedirci di attuare la nostra politica monetaria. I finanziamenti che le banche hanno a disposizione da parte della Bce, a tassi significativamente negativi, ma solo se vengono poi dati alle famiglie e alle imprese, sono pari a 3mila miliardi di euro. Una cifra enorme”, ha detto ancora. È, inoltre, stato costituito un fondo per finanziare la riduzione di orario dei lavoratori. “Quando le imprese chiudono o parzialmente o del tutto i lavoratori hanno una riduzione del loro reddito. Per far fronte a questa riduzione, per attenuarla, vi è a disposizione un fondo europeo di 100 miliardi che può finanziare l’intervento degli Stati” ha detto Panetta. Riguardo ai prossimi step l’economista ha annunciato che la messa a punto di un “intervento della Bei che fornirà finanziamenti fino a 200 miliardi all’anno alle imprese europee” mentre, nel frattempo, continua la discussione sul Mes. “Vi è un accordo – ha spiegato Panetta – per fornire a ciascuno Stato membro fino al 2 per cento del suo Pil. Per l’Italia stiamo parlando di 36-37 miliardi per finanziare le spese legate alle esigenze sorte a seguito della crisi in campo sanitario ma anche a ciò che è indirettamente legato all’emergenza sanitaria. La cosa importante – ha affermato il banchiere centrale – è che vi è adesso la consapevolezza che in momenti di crisi non si possono porre delle condizioni stringenti, non si possono chiedere dei tagli, o imporre una condizionalità che renda costoso o dannoso l’accesso a questi fondi. In questo caso non vi è condizionalità macroeconomica a fronte dei finanziamenti resi disponibili dal Mes. Con questi fondi si è tamponata l’emergenza”. Panetta ha, inoltre, annunciato che sono in discussione ulteriori misure per finanziare la ripresa. “Abbiamo evitato il crollo dell’economia, adesso – ha avvertito – bisogna ripartire e tornare allo sviluppo. Si stanno discutendo in questi giorni le misure che nei prossimi mesi dovranno finanziare la ripresa dell’economia”.

RECOVERY FUND – Lo schema elaborato da Francia e Germania sul Recovery fund, il fondo che servirà a sostenere il rilancio dell’economia post pandemia, per Panetta, è “un’ottima proposta”. “Bisognerà vedere i dettagli ma – ha sottolineato il banchiere centrale – credo che sia sicuramente un notevole passo in avanti nella consapevolezza dell’esigenza di finanziare la ripresa. E denota consapevolezza che la ripresa sarà possibile se sarà armonica se riguarderà l’economia di tutta l’area dell’euro. Si è fatto un notevole passo in avanti perché si è sbloccato un negoziato che è stato un po’ faticoso. Si è preso atto che vi è una forte esigenza di trasferimenti sotto varie forme. La proposta franco-tedesca è solo una parte della reazione perché la Commissione Europea nei prossimi giorni effettuerà le sue proposte che saranno più ampie. Avrà al suo interno il Recovery Fund, il fondo per il rilancio, e altre misure per finanziare investimenti in tecnologia, in campo ambientale , in vari settori dell’economia”.

FISCALITÀ DI VANTAGGIO PER IL MEZZOGIORNO – Secondo Panetta “l’Italia ha una grande potenzialità termini di conoscenze, di capitale umano, capacità produttiva che può sfruttare in tutto il suo territorio e in particolare nel mezzogiorno. Ma soprattutto al Sud vi sono molti bisogni e molte potenzialità inespresse. In tutto il paese è possibile ripartire da questa crisi, dopo tante tragedie, per rilanciare la competitività stimolando gli investimenti in tecnologia, formazione di capitale umano. Questo – ha proseguito l’economista – è vero per tutta l’Italia. Poi vi è una miniera che non è stata ancora sfruttata, che è il Mezzogiorno. Ha delle capacità, potenzialità inespresse rilevantissime ma ha bisogno di una spinta. È un motore che è inceppato da decenni. Deve ripartire. Una proposta che ho avanzato in passato è quella di valutare per il Mezzogiorno la possibilità di adottare una fiscalità di vantaggio, cioè la possibilità, nell’ambito della normativa sugli aiuti di Stato, di consentire ad alcune zone di avere per un periodo delle condizioni fiscali di vantaggio in funzione delle condizioni di sviluppo, di capacità di generare reddito e occupazione in quel territorio. Poiché in questo momento si stanno rivedendo le norme sugli aiuti di stato, io credo che sia possibile, in pieno accordo con la Commissione europea, competente in materia di aiuti di Stato, aprire quella discussione e valutare se siano possibili misure in questa direzione. Ovviamente occorrerà valutarne attentamente le conseguenze in termini di copertura, di bilancio dello stato, di vantaggi per l’economia del Mezzogiorno. Sarebbe – ha concluso Panetta –in ogni caso un segnale di attenzione verso un terzo della popolazione dell’Italia che si trova in una condizione economica inaccettabile”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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