(Teleborsa) – Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a dicembre 2019 si sono attestate a 27,5 miliardi di euro, in calo rispetto ai 31,9 miliardi di dicembre 2018 (-4,4 miliardi pari a -13,7%) e ai 64,1 miliardi di dicembre 2017 (-36,6 miliardi pari a -57,1%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di oltre 61 miliardi (pari a -67,0%). E’ quanto emerge dal Rapporto mensile ABI.
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è attestato all’1,61% a dicembre 2019 (era 1,85% a dicembre 2018, 3,70% a dicembre 2017 e 4,89% a novembre 2015).
CORRONO DEPOSITI CRESCE RACCOLTA – In Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a gennaio 2020, di quasi 87 miliardi di euro rispetto ad un anno prima (variazione pari a +5,9% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è scesa, negli ultimi 12 mesi, di circa 7 miliardi di euro in valore assoluto (pari a -2,8%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in crescita del +4,6% a gennaio 2020
TASSI INTERESSE – A gennaio 2020 i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento si attestano su livelli particolarmente bassi. Il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,47% (2,48% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è risultato pari a 1,45% (1,44% a dicembre 2019, 5,72% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato pari a 1,42% (1,37% il mese precedente; 5,48% a fine 2007).
PRESTITI A FAMIGLIE E IMPRESE – Dai dati al 31 gennaio 2020, emerge che i prestiti a famiglie e imprese sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto a un anno prima (+0,1%). Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). Sulla base degli ultimi dati relativi a dicembre 2019 ,si conferma la crescita del mercato dei mutui: l’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +2,4% su base annua.