(Teleborsa) – L’Autorità di regolazione dei trasporti ha messo a punto una nuova proposta per la regolazione dei diritti aeroportuali. Ad annunciarlo è il presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti Andrea Camanzi in audizione alla commissione Trasporti della Camera sul settore aeroportuale.
“La proposta è stata presentata per parere ai Ministri dei Trasporti e dell’Economia: in esito al parere, che speriamo di ricevere presto, adotteremo i nuovi modelli per i diritti aeroportuali“, ha sottolineato Camanzi.
Tra le novità, spicca quella relativa ai diritti che “saranno determinati sulla base di due modelli e non più tre: per gli aeroporti con più di 1 milione di passeggeri l’anno e per quelli con meno di 1 milione di passeggeri l’anno. I modelli – ha aggiunto – troveranno applicazione anche per i contratti in deroga“.
“I modelli aeroportuali durano 4 anni ma nelle altre modalità di trasporto (ferroviario, stradale, ecc.) durano 5 anni. Inoltre i piani degli investimenti hanno un periodo di 5 anni. Quindi noi ci rivolgiamo a voi per segnalarvi l’opportunità che il Parlamento intervenga per uniformare la durata allo standard quinquennale del periodo regolatorio“, ha poi chiesto Camanzi rivolgendosi ai deputati.
Sui tempi, il presidente di ART ha chiarito che conta di ricevere il parere dei ministeri “in tempo utile per la conclusione del procedimento, prevista per il 13 marzo 2020: quindi se tutto va bene il 13 marzo i nuovi modelli dovrebbero essere applicati“.
Nello specifico, Camanzi ha spiegato che “la maggiore trasparenza” sulla “realizzazione degli investimenti programmati per il quadriennio del periodo regolatorio”, è conseguita nei nuovi Modelli “attraverso la previsione di appositi criteri di contabilità regolatoria” che permettono di “accertare che solo gli investimenti già realizzati e quelli in corso di realizzazione concorrano a determinare il valore annuale dei diritti”.
“In secondo luogo, è prevista la possibilità che, su richiesta motivata del gestore, l’Autorità riconosca la conformità ai Modelli di un rendimento aggiuntivo (per quanto temporaneo e sottoposto a condizioni), rispetto a quello ordinario per gli investimenti correlati all’innovazione tecnologica, alla sicurezza degli scali, alla qualità dei servizi e alla tutela ambientale”, ha detto Camanzi.
“In terzo luogo, in coerenza con la finalità indicata dalla legge di perseguire una ‘crescita bilanciata’ della capacità aeroportuale, le misure introducono un benchmark di riferimento dell’efficienza delle gestioni, che consiste in un tasso di ‘produttività potenziale’ indicato dall’Autorità e reso pubblico. A fronte di esso – ha proseguito -, all’esito della consultazione degli utenti, è definito un ‘tasso di efficienza reale’ il cui eventuale scostamento dal benchmark è sottoposto ad uno specifico onere di motivazione”.
Infine, ha spiegato il Garante, “i Modelli delineano una base regolatoria per le reti ed i sistemi aeroportuali ispirata a finalità di promozione della coesione territoriale e razionalizzazione del traffico. Nella stesura di queste Misure, si è avuto riguardo, in particolare, all’esigenza di contemperare l’efficace utilizzo della capacità aeroportuale con il rischio di possibili effetti anticoncorrenziali”
C’è la necessità che, “a fronte della natura multimodale dell’attuale domanda di mobilità, il riordino” in materia di trasporto aereo “contempli il superamento di un sistema di garanzie dei diritti dei passeggeri di fonte eurounitaria che oggi coinvolge soggetti diversi, mediante l’attribuzione all’Autorità (già responsabile di quelle relative ai diritti dei passeggeri nel trasporto via ferrovia, autobus e mare e vie navigabili interne) anche delle competenze attinenti alle relative funzioni nel settore aereo, attualmente attribuite all’Enac“, ha concluso.