(Teleborsa) – Misure urgenti, a sostegno degli utenti e dei gestori idrici, per mitigare gli effetti del Covid-19, mantenendo i servizi essenziali e gli standard di fornitura.
Il provvedimento contiene una serie di proroghe, necessarie a permettere la corretta applicazione delle novità introdotte. Viene differito al 17 luglio 2020 il termine per la conclusione della raccolta dati finalizzata alla valutazione del raggiungimento degli obiettivi di qualità tecnica per gli anni 2018 e 2019 e viene spostato al 31 luglio 2020 il termine entro il quale l’Ente di Governo dell’Ambito – o altro soggetto competente – è tenuto a trasmettere lo schema regolatorio recante la predisposizione tariffaria del servizio idrico integrato per il terzo periodo regolatorio 2020-2023.
Le performance e gli obiettivi specifici saranno valutati, in via eccezionale, considerando cumulativamente il biennio 2020/2021, per favorire comunque il miglioramento dei livelli di qualità, nonché il recupero degli eventuali investimenti che – per ragioni riconducibili all’emergenza COVID-19 – non sia stato possibile realizzare.
Inoltre, vengono introdotte componenti correttive degli oneri ammissibili, tenuto conto dei costi previsti per la gestione della fase emergenziale e modalità di recupero/compensazione degli effetti conseguenti al contenimento delle tariffe o all’erogazione di agevolazioni nei pagamenti a favore degli utenti.
Infine, per la sostenibilità finanziaria del settore idrico, sono previste forme di anticipazione, al ricorrere di determinate condizioni, da richiedere a CSEA entro il 30 settembre 2020.
“Durante il lockdown la priorità era la continuità del servizio – afferma il presidente ARERA, Stefano Besseghini – oggi dobbiamo cogliere l’occasione per aumentare gli investimenti del settore idrico. La notevole disponibilità di risorse europee che si intravede all’orizzonte, merita un approccio integrato ai temi ambientali, valorizzando gli investimenti in infrastrutture e ricorrendo a modalità organizzative e di monitoraggio già collaudate. Il Piano Nazionale Idrico, come abbiamo avuto modo di segnalare a Governo e Parlamento, potrebbe essere uno degli strumenti da potenziare valutando un incremento significativo delle risorse stanziate fino al 2028, che potrebbero tradursi in spesa per investimenti già a partire dal 2021”.