(Teleborsa) – L’ANM conferma il giudizio negativo sul decreto Milleproroghe che rischia di essere deflagrante per l’autonomia e l’indipendenza della Corte dei Conti.
Lo rende noto la stessa associazione in una nota in cui sottolinea la “ferma e convinta contrarietà” in merito alle proposte emendative presentate nel corso dei lavori parlamentari per la conversione in legge del decreto Milleproroghe, “tese non solo a modificare in maniera estemporanea e superficiale le norme che ne regolano le funzioni ma, altresì, a snaturarne la stessa organizzazione“.
Sotto accusa il reclutamento nei ruoli della magistratura contabile che viene suddiviso in venticinque unità indicate dalla Conferenza permanente delle Regioni e delle Provincie autonome, “in assenza non solo di qualsiasi procedura concorsuale ma, addirittura, senza che siano richiesti particolari titoli di studio ovvero requisiti professionali“.
“Si tratta di una forma di reclutamento non solo inedita – nelle modalità proposte- ma che appare assolutamente inopportuna e sospetta di incostituzionalità“, si legge nella nota.
Secondo l’ANM, se “applicata ad una magistratura fortemente specializzata e con un ridotto organico, com’è per l’appunto la Corte dei conti, una valenza deflagrante”, la norma potrebbe portare a “una conseguente lesione del diritto dei cittadini a vedere affidata la tutela delle risorse pubbliche ad un giudice pienamente terzo ed indipendente“.
Per l’Associazione dei magistrati, i “contenuti della proposta, in larga parte estranei all’oggetto del provvedimento in via di conversione, manifestano una superficiale conoscenza delle funzioni e delle competenze della Corte”.
Con l’introduzione di “una forma di controllo preventivo facoltativo” – continua la nota – si lascerebbe “all’amministrazione controllata la scelta di sottoporsi o meno al vaglio di legittimità della Corte dei conti”, mentre “viene prevista una centralizzazione della funzione consultiva, instaurando illegittimi rapporti gerarchici tra magistrati e ledendo il principio di continuità territoriale tra gli enti locali e le sezioni regionali della Corte, caratteristica che ha fino ad oggi consentito alle amministrazioni locali di porre in essere scelte sempre più improntate – conclude l’ANM – a criteri di efficienza, efficacia ed economicità, a garanzia esclusiva della legge e dei diritti dei cittadini”.