(Teleborsa) – Una scelta ideologica che ricade su 75mila lavoratori e favorisce l’illegalità. Il presidente di Acadi-Confcommercio, Geronimo Cardia, commenta così la decisione del Governo di tenere bloccato il settore del Gioco Pubblico anche nel secondo step della Fase 2 dell’emergenza sanitaria.
“Nel giorno in cui l’Italia prova a lasciarsi alle spalle l’era del lockdown per il Covid-19 e fa ripartire le economie del Paese, il Governo decide di tenere chiuso il settore del Gioco Pubblico. È una decisione – sottolinea in una nota Cardia – che classifica come cittadini di serie B tutti i 75mila lavoratori diretti del comparto e discrimina le 65mila attività sul territorio. È una scelta che oggi possiamo considerare di natura ideologica, alla luce del fatto che il Comparto può garantire tutte le misure di sicurezza sanitarie, le stesse garantite per altre attività come il commercio al dettaglio o altre che, per natura, sono ad alta affluenza di pubblico”.
Per il presidente di Acadi-Confcommercio “la sospensione del Gioco Pubblico non solo crea un grave problema occupazionale con ripercussioni gravissime sui lavoratori, ma è un favore a chi gestisce il gioco illegale sul nostro territorio. Il ruolo delle concessioni pubbliche, infatti, – continua Cardia – è anche quello di canalizzare il giocatore in una esperienza di gioco misurata, controllata e all’interno della legalità. L’assenza di un presidio sul territorio, dunque, regala spazio all’esperienza illegale che è esponenzialmente nociva sia per il cittadino sia per il tessuto sociale”. Da qui l’appello dell’Associazione concessionari di giochi pubblici a “una presa di coscienza da parte delle autorità e delle istituzioni affinché il Gioco Pubblico sia riaperto subito”.