Giugno come noto sarà il mese del doppio taglio pensionistico: quello sugli assegni d’oro e quello dettato dal taglio della rivalutazione annuale delle pensioni per il 2019, previsto dall’ultima legge di Bilancio per i trattamenti sopra tre volte il minimo (1.522 euro al mese). E così la politica è tornata a confrontarsi sul tema previdenziale, sempre molto presente nelle varie campagne elettorali.
Il fuoco di fila è partito dal nuovo segretario Pd Nicola Zingaretti, che ha affidato a Twitter il suo attacco:
“Il Governo ha appena tagliato le #pensioni a 6 milioni di persone. Stiamo parlando di pensioni a partire da 1500 euro lordi al mese. Salvini e Di Maio, vergognatevi!”.
Seguono altre reazioni di segno simile. “Il governo colpisce le pensioni sopra i 1500 euro lordi facendo perdere potere di acquisto a un altro pezzo di Paese” – afferma il segretario nazionale di Articolo Uno, Roberto Speranza – poi però continua ad evocare la Flat tax che è un regalo a chi ha di più. Ancora una volta gettano la maschera. E sotto si trova sempre il solito Robin Hood al contrario”.
“L’economia va a rotoli e il governo pensa bene di tagliare le pensioni a chi con sacrificio ha lavorato una vita. Questo è lo specchio di un paese che non cresce e che non potrà invertire la rotta se resta nelle mani di questi incapaci”, afferma il deputato e portavoce dei parlamentari di Forza Italia Giorgio Mulè.
Sul tema Matteo Salvini rilancia una proposta di qualche settimana fa: “Abbiamo una proposta di detassare le pensioni per chi viene a trasferirsi in alcune regioni del Sud – ha detto a Bari -. Ci sono migliaia di italiani in pensione che vanno a prendere la residenza in Portogallo perchè la pensione è esentasse e quindi portano i loro soldi là. Ma la Puglia è più brutta del Portogallo, con tutto il rispetto per il Portogallo? E non possiamo fare lo stesso trattamento fiscale qua? Secondo me sì ma dobbiamo cambiare le regole europee. Chi vota Lega domenica mi dà la forza per andare a cambiare le regole europee”.