A differenza di quanto ipotizzato nei giorni scorsi, pare essere in arrivo un piccolissimo segnale sul fronte delle pensioni, letto come volontà del Governo di tendere la mano ai sindacati: l’adeguamento all’inflazione salirà dal 97% al 100% per le pensioni lorde tra 1500 e 2000 euro mensili.
La fetta consistente degli assegni, quelli che vanno oltre 2 mila euro, per ora rimarrà con le rivalutazioni calmierate decise dal precedente governo gialloverde.
C’è dunque la possibilità di far ripartire, almeno in parte, l’indicizzazione delle pensioni, bloccata con la precedente Governo per poter reperire risorse utili a finanziare proprio la Quota 100. Una scelta aspramente criticata dal Pd che ora, entrato a far parte della nuova maggioranza, spinge per cambiare rotta.
Il precedente Esecutivo M5S-Lega aveva previsto un parziale blocco degli aumenti delle pensioni che aveva visto coinvolti 5,6 milioni di pensionati, una cifra ora destinata a scendere se dovesse essere confermato quanto anticipato dalla sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil a margine dell’incontro al MEF sulla manovra, il cui approdo in Consiglio dei Ministri per l’approvazione è slittato come detto al 21 ottobre.
L’arrivo in Consiglio dei ministri della Manovra, inizialmente previsto per la serata del 14 ottobre è invece slittato al 21 ottobre, ovvero lunedì prossimo. In quell’occasione, il testo del Ddl bilancio e del Dl fiscale saranno approvati dal Consiglio dei ministri.
Tensione all’interno della maggioranza su Quota 100. Italia Viva e renziani che premono per recuperare risorse tagliando i fondi per i pensionamenti anticipati; Movimento Cinque stelle e Leu puntano i piedi e sottolineano che il maccanismo introdotto dall’esecutivo giallo verde non si tocca. I sindacati all’unanimità chiedono di nuovo al governo di non toccare Quota 100 per il 2020. L’esecutivo resta diviso, ma il ministro Nunzia Catalfo si schiera con i sindacati e annuncia la necessità di avviare una riforma complessiva delle pensioni per il superamento della legge Fornero.
Aperture da parte dell’esecutivo anche sulle risorse per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Secondo quanto riferito dal leader della Uil, Carmelo Barbagallo, verranno stanziati a regime 3,175 miliardi.