Una ricerca internazionale boccia Quota 100 e l’intero sistema pensionistico italiano, considerato non sostenibile. Questo il giudizio del Melbourne Mercer Global Pensions Index, che ha messo a confronto 37 paesi e analizzato 40 indicatori, suddivisi in adeguatezza, sostenibilità e integrità.
L’Italia si piazza 27° in questa particolare classifica, con un punteggio di 52,2. A gravare sul sistema pensionistico italiano è proprio la sostenibilità, dove l’Italia raccogliere solo 19 punti, a fronte di un punteggio di 67,4 per l’adeguatezza e 74,5 per l’integrità.
Analizzando gli aspetti positivi, il sistema pensionistico italiano può dirsi adeguato per le retribuzioni date a chi esce dal mondo del lavoro, ed integro perché dà spazio anche al settore delle pensioni private. Sul fronte opposto, la classifica condanna l’Italia per la sostenibilità del sistema previdenziale sul lungo periodo, anche considerando il fatto che la longevità della popolazione potrebbe portare ad un aumento della spesa.
Stando alla ricerca, il miglior sistema pensionistico è quello dell’Olanda, che ottiene 81 punti, seguita dalla Danimarca, che si ferma a 80 punti. Entrambe ottengono un giudizio di grado “A”. Sul gradino più basso del podio si piazza l’Australia, con 75 punti e un giudizio di tipo “B”.
L’Italia è nel gruppo di fascia “C”, insieme a paesi quali Peru, Colombia, Polonia, Arabia Saudita, Brasile, Spagna, Austria, Sud Africa, e Indonesia. Del sistema previdenziale di queste nazioni, l’analisi dice che “Ha buone caratteristiche ma anche rischi. Senza miglioramenti, l’efficacia o la sostenibilità di lungo termine può essere messa in discussione”.
La classifica arriva in un momento particolare per l’Italia, con la politica che sta mettendo in discussione Quota 100. La misura, fortemente voluta dalla Lega e introdotta dal primo Governo Conte, permette di andare in pensione a chi ha raggiunto 62 anni di età e 38 di contributi.
Sebbene il premier Conte ha più volte ribadito che Quota 100 non sarà toccata, tanto che è inserita nella bozza di Manovra 2020, dalla stessa maggioranza arrivano proposte per eliminarla. In prima linea c’è Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che ha già annunciato che presenterà un emendamento per cancellarla in quanto “ingiusta”. A Quota 100 infatti sono destinati 20 miliardi che vanno a una platea ristretta di soli 150 mila beneficiari. Ecco perché l’ex premier vorrebbe tagliarla e destinare l’importo ad interventi per le famiglie e il lavoro.