Chi va in pensione con Quota 100 non potrà percepire redditi da lavoro dipendente o autonomo sino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia. Cioè di regola sino al raggiungimento dei 67 anni. Lo stabilisce l’articolo 14, co. 3 del DL 4/2019. I pensionati con quota 100, pertanto, non potranno lavorare durante il periodo di anticipo pena la sospensione della pensione.
Secondo i Consulenti del Lavoro, come riportato dal sito delle piccole e medie imprese pmi.it, l’Inps avrebbe dato una intepretazione che rischia di essere restrittiva rispetto al tenore letterale del norma sul divieto di cumulo fra pensione Quota 100 e redditi da lavoro. Così come sarebbe da chiarire il rapporto tra Quota 100 e Naspi, poiché mancherebbero norme di coordinamento per coloro che la percepiscono.
DIVIETO DI CUMULO – La legge (comma 3, articolo 14), prevede che la pensione Quota 100 non sia cumulabile, fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia, “con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5mila euro lordi annui”.
L’Inps, con la circolare attuativa 11/2019, specifica che il divieto di cumulo “si estende anche ai redditi derivanti da qualsiasi attività lavorativa, svolta anche all’estero“. Un’interpretazione che rischia di essere restrittiva rispetto al tenore letterale del norma, riferendo il divieto di cumulo “a qualsiasi reddito presenti un nesso eziologico con un’attività lavorativa”, ad esempio un reddito di capitale o di impresa percepito da un socio lavoratore con diritto agli utili prodotti dalla propria impresa.
Si tratta, specificano i Consulenti del Lavoro, di una tipologia di reddito che, in base all’interpretazione letterale della norma, non sarebbe escluso, perché non è compreso nelle due categorie previste (lavoro dipendente o autonomo), ma che presenta indubbiamente “un legame con l’apporto del proprio lavoro, rischiando così di azionare il divieto di cumulo”.
PERDITA DI QUOTA 100 – Il cumulo con altri redditi fa perdere il diritto a Quota 100. Non solo, ma bisogna anche restituire le somme già percepite nell’anno di imposta in cui si verifica l’evento. Il pensionato riprenderà a percepire la pensione a partire dal successivo anno d’imposta, sempre a condizione che non infranga nuovamente il divieto.
NASPI – I Consulenti del Lavoro sottolineano che mancano norme di coordinamento per coloro che percepiscono la Naspi. L’ammortizzatore sociale che spetta ai disoccupati decade, in base alla legge (articolo 2 legge 92/2012), quando viene raggiunto il requisito per la pensione di vecchiaia o per la pensione anticipata.
Essendo Quota 100 una nuova forma di pensione anticipata, sarebbe opportuno un chiarimento Inps sulla decadenza dalla Naspi per coloro che maturano il diritto.
E’ anche vero, prosegue la circolare, che però la quota 100 è una misura temporanea e sperimentale, con carattere derogatorio rispetto alle regole previste dalla legge 92/2012. Motivo per cui secondo i Consulenti del Lavoro:
si può ritenere che la maturazione dei requisiti della pensione in esame non determinino la decadenza dall’indennità di disoccupazione.