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Pensioni lavoratori precoci: regole e agevolazioni per il 2020

Tra le tante novità in fatto di pensioni contenute nel Decreto legge 4/2019, ci sono anche quelle che riguardano i lavoratori precoci.
Questo scivolo pensionistico è stato confermato nella Legge di bilancio 2020, quindi i lavoratori precoci possono continuare a ritirarsi con 41 anni di contributi senza applicare i cinque mesi in più di aspettativa di vita. Prosegue infatti fino al 2026 il blocco degli scatti per questa platea di lavoratori. Il requisito rimane a 41 anni di contributi fino al 31 dicembre del 2026 e salirà poi in base agli adeguamenti alle aspettative di vita solo dal 2027.

Lavoratori precoci: chi sono

In base a quanto previsto dal comma 199 della legge 232/2016, i lavoratori precoci devono aver lavorato per almeno 12 mesi effettivi prima dei 19 anni e devono aver maturato l’anzianità contributiva necessaria entro il 31 dicembre 1995. In questo caso, i lavoratori potranno conseguire la pensione anticipata in presenza di 41 anni di contributi versati.
Si tratta solitamente di lavoratori che hanno circa 60 anni, dunque un’età anagrafica ben diversa rispetto a quella prevista dalla Legge Fornero (pari a 67 anche per il 2020).
Ricordiamo che è possibile raggiungere il requisito contributivo per la pensione precoci anche esercitando il cumulo dei contributi (esclusi quelli versati alle casse private; in generale, i professionisti iscritti alle casse non hanno accesso alla pensione precoci).

Pensioni precoci 2020, i requisiti

I lavoratori precoci devono avere anche altri requisiti per poter usufruire della pensione, ovvero devono appartenere a una di queste categorie:

  • essere disoccupati e aver terminato di percepire gli ammortizzatori sociali (Naspi) dal almeno tre mesi. Il rapporto di lavoro deve essere terminato per licenziamento, risoluzione consensuale nell’ambito delle procedure di conciliazione, oppure dimissioni per giusta causa;
  • essere caregiver: ovvero assistere da almeno sei mesi il coniuge o un parenti di primo grado conviventi con handicap grave. Se il coniuge o i parenti di primo grado hanno più di 70 anni oppure siano a loro volta affetti da patologia grave, sono compresi anche parenti e affini fino al secondo grado conviventi;
  • essere lavoratori con ridotta capacità lavorativa (almeno al 74%);
  • essere addetti a mansioni gravose da almeno sei anni negli ultimi sette o da almeno sette anni negli ultimi 10 anni lavorativi. Le 15 mansioni gravose sono: addetti alla concia di pelli e pellicce, addetti ai servizi di pulizia, addetti spostamento merci e/o facchini, conducenti di camion o mezzi pesanti in genere, conducenti treni e personale viaggiante in genere, guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni, infermieri o ostetriche che operano su turni, maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia, operai edili o manutentori di edifici, operatori ecologici e tutti coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti, chi cura, per professione, persone non autosufficienti, lavoratori marittimi, pescatori, operai agricoli, siderurgici.

Pensioni precoci, la finestra è di 3 mesi

Per coloro che rientrano in questi casi, fra maturazione del diritto e decorrenza della pensione devono passare almeno tre mesi. La circolare Inps 11/2019 chiarisce che la finestra si applica solo a partire dal primo gennaio 2019. Significa che i lavoratori che avevano maturato il diritto alla pensione anticipata precoci in data precedente, non applicano la finestra trimestrale. La circolare spiega in dettaglio come si calcola la finestra trimestrale (in alcuni casi la pensione decorre dal primo giorno del mese successivo, in altri dal primo giorno utile dopo i tre mesi).

Pensioni precoci, come fare domanda

La domanda si presenta entro il 1° marzo di ogni anno, per cui nel 2020 è questa la scadenza da segnare in agenda per chi matura i requisiti entro l’anno prossimo.


Fonte: https://quifinanza.it/pensioni/feed/

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