Anche in Germania, come noto, soffiano da alcune settimane a questa parte venti di recessione. Non ancora allarmanti, ma sufficienti alla Bundesbank per l’anciare un allarme significativo sui conti pubblici e soprattutto sul sistema previdenziale, invitando i legislatori a rivedere i criteri per l’età pensionabile.
La soglia consigliata per la sostenibilità dei conti pubblici e del sistema previdenziale è l’uscita dal lavoro a 69 anni e 4 mesi. L’ultima riforma previdenziale in Germania risale al 2012 e ha elevato progressivamente a partire dall’inizio del 2030 l’età pensionabile da 65 a 67 anni.
“Una recessione nel senso di una calo significativo, diffuso su vasta scala, prolungato delle prestazioni economiche con capacità macroeconomiche non utilizzate, finora non si profila”, scrive la Bundesbank. Tuttavia “le prestazioni economiche tedesche potrebbero essere leggermente ridotte nel terzo trimestre del 2019” si legge nel bollettino.
“La ragione principale è il proseguimento del rallentamento nell’industria orientata all’export”, continua il report. La forza del mercato interno non da segni di debolezza e “il rallentamento dell’economia ha lasciato finora tracce molto limitate sull’occupazione” e “le prospettive di reddito per i consumatori rimangono vantaggiose”.