(Teleborsa) – Un portale unico per l’IVA online in Europa con la semplificazione delle norme che permetta di controllare e gestire meglio la lotta contro le frodi fiscali. È quanto stabilito dai Ministri delle Finanze riuniti nell’Ecofin in materia di IVA e web.
La decisione, che arriva in contemporanea con i festeggiamenti dei 30 anni del World Wide Web, è stata accolta con favore dalla Commissione Europea che ha espresso soddisfazione per l’intesa in un comunicato in cui ha ricordato che le nuove norme saranno adottate dopo il parere consultivo del Parlamento Europeo e che l’entrata in vigore è attesa per l’inizio del 2021.
L’accordo punta a garantire un maggior controllo da parte degli Stati UE sui venditori di beni e servizi online extra UE che ora avranno a disposizione un registro unico a cui fare riferimento.
Secondo le stime, questo dovrebbe favorire il recupero di 5 miliardi di euro di introiti fiscali persi nel commercio online ogni anno in UE, salendo a 7 miliardi nel 2020.
Le nuove norme prevedono che le imprese non europee possono vendere beni e servizi online con un valore fino ai 150 euro se usano depositi o i cosiddetti “centri di elaborazione degli ordini” all’interno dell’Unione, o beni ubicati nei “centri di elaborazione” all’interno dell’Ue senza alcun limite di valore attraverso piattaforme online.
In questo caso, le piattaforme dovranno tenere i registri delle vendite di beni o servizi effettuate dalle imprese, aiutate in questo senso dal nuovo portale aggiornato sull’IVA nel commercio elettronico, detto “sportello unico“.
Ciò permetterà di assolvere gli obblighi in materia di IVA tramite un unico portale disponibile nelle diverse lingue dei venditori. Lo sportello unico permette di eliminare il passaggio per imprese e aziende di doversi registrare in ogni Stato UE ai fini dell’Iva.
Le nuove norme si applicheranno dal 1 gennaio 2021 e gli Stati membri dovranno recepirle nel proprio ordinamento nazionale entro la fine del 2020. Le imprese che vogliono usare lo sportello unico IVA possono iniziare a registrarsi negli Stati membri dal 1 ottobre 2020.
“Stiamo gradualmente colmando i divari che comportano la perdita di entrate fiscali, fatto che priva gli Stati membri di fondi che potrebbero essere impiegati per i servizi e gli investimenti pubblici”, ha commentato il Commissario per gli Affari economici Pierre Moscovici.
“Nello stesso tempo stiamo adeguando le norme in materia di IVA alle esigenze del 21° secolo e della sua economia digitale e globalizzata. Le imprese potranno contare su una transizione senza soluzione di continuità verso il più ampio sistema dell’IVA per il commercio elettronico nel 2021”.