(Teleborsa) – “Il disastro che ha colpito Venezia è un colpo al cuore del nostro Paese. La città danneggiata, il patrimonio artistico compromesso, le attività commerciali in ginocchio. Ad autorità e Istituzioni locali ho dato un segnale chiaro: il Governo c’è”. Lo ha detto il Premier Giuseppe Conte che nella giornata di ieri si è recato a Venezia, investita nelle scorse ore dall’eccezionale ondata di marea con un’acqua alta da record di 187 centimetri – seconda soltanto ai 194 centimetri raggiunti con l’alluvione del 1966 – che ha provocato paura e disagi tra la popolazione.
Mentre la situazione sembra normalizzarsi, è partita la conta dei danni che ammonterebbe a “centinaia di milioni di euro”. L’ordine di grandezza è stato ipotizzato dal sindaco Luigi Brugnaro. Dopo l’acqua alta peggiore degli ultimi 50 anni, la Serenissima, si è risvegliata in uno scenario apocalittico: gondole e barche scaraventate sulle rive, vaporetti accartocciati sui masegni agli Schiavoni.
GRAVI DANNI A SAN MARCO – “Impossibile al momento quantificare i danni al patrimonio artistico e in particolare a San Marco, ma la situazione è estremamente complessa e preoccupante”, ha detto all’ANSA il segretario generale Mibact Salvo Nastasi ricordando di aver attivato l’unità di crisi.
“Non siamo in grado di quantificare i danni. In programma un Consiglio dei ministri tecnico, molto limitato, che sicuramente prenderà in carico la richiesta di stato di emergenza del Presidente Zaia. Allo stato non ci sono ragioni per negare lo stato di emergenza e stanziare i primi fondi”, ha confermato il premier al termine della riunione tecnica post-acqua alta a Venezia che ha aggiunto: “Per il Mose siamo nella dirittura finale, siamo al 92-93% dell’opera e guardando all’interesse pubblico non c’è che da prendere una direzione nel completamento di questo percorso”. “Riuniremo il comitatone, non dobbiamo prendere in giro i cittadini dicendo che completeremo il Mose l’anno prossimo. Il Mose sarà verosimilmente completato nella primavera del 2021″.
MOSE, L’ETERNA INCOMPIUTA – Sullo sfondo, infatti, si sono riaccese le polemiche sul Mose, la complessa opera ingegneristica – costata ad oggi più di 5 miliardi – studiata per scongiurare gli allagamenti durante l’alta marea. Nonostante i lavori per la realizzazione siano cominciati nel 2003, sotto la presidenza del Consiglio Berlusconi, il Mose (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) non è stato ancora ultimato. Nel Bilancio 2018 del Consorzio Venezia Nuova, il concessionario per la costruzione, la consegna definitiva è stata fissata al 31 dicembre 2021.
E intanto si sono mobilitate anche le banche. Da Unicredit a Intesa SanPaolo con l’Abi che in una nota ufficiale ha invitato gli istituti di credito a venire incontro alle esigenze della popolazione.
(Foto: Mag. Acque di Venezia – C.V.N. CC BY-SA 3.0)