(Teleborsa) – Il Tar dà ragione a Consob e respinge i ricorsi di Vivendi e Tim confermando che non ci su alcuna illegittimità nella comunicazione con la quale il 13 settembre 2017 la Commissione ha qualificato il rapporto partecipativo di Vivendi in Telecom come “di controllo” dopo l’assemblea del 4 maggio 2017 nella quale Vivendi aveva nominato la maggioranza dei consiglieri di amministrazione di Tim.
“La tesi secondo cui la Consob non avrebbe avuto titolo ad accertare l’eventuale esistenza di un controllo di fatto civilistico nei rapporti societari in questione non può essere condivisa”, si legge nella sentenza del Tar.
“Deve quindi essere affermato sul punto che, quando l’ordinamento attribuisce alla Consob un determinato potere di verifica sul corretto adempimento degli obblighi di trasparenza a tutela del mercato, le attribuisce un corrispondente dovere di accertamento nell’ambito della funzione di vigilanza sul mercato mobiliare a cui è preposta“.
Il 13 settembre 2017 l’autorità di controllo era arrivata alla conclusione che Vivendi aveva il controllo di fatto di Tim. Nella lettera inviata allora alle parti, la Consob aveva chiarito che per individuare il soggetto controllante conta “non una particolare situazione formale (la proprietà, ad esempio, di oltre il 50% del capitale ordinario), ma le reali posizioni di potere all’interno della società, determinate dal numero di voti che di fatto si possono comunque utilizzare per conseguire l’influenza dominante sulla partecipata attraverso la nomina della maggioranza dei componenti del Consiglio di amministrazione”.
Tim e Vivendi avevano presentato ricorso ritenendo che la decisione si discostasse “in maniera rilevante dalla consolidata interpretazione in materia di controllo societario, cui Tim (e ragionevolmente il mercato intero) si è sempre costantemente e rigorosamente attenuta”.