(Teleborsa) – Mariella De Florio, calabrese, classe 1964, è Amministratore delegato di Simet Bus S.p.a. e Consigliere di amministrazione della Autoservizi Pasqualini s.r.l.. E’ anche componente del Consiglio Direttivo di Unindustria Calabria per la sezione trasporti/ logistica e del Consiglio Generale Fondazione Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania. Teleborsa ha parlato con Mariella De Florio, Manager che è riuscita a coniugare le difficoltà del core business aziendale con gli interessi turistici e di marketing e, soprattutto, con le declinazioni più autentiche della responsabilità sociale dell’impresa Simet.
Dal suo approdo in questo settore, quali le maggiori difficoltà che ha incontrato? E quanto è riuscita a trasmettere di Mariella De Florio a Simet?
“E’ ben noto che la vita in sé è un “banco di prova” quotidiano. Nel nostro settore, storicamente, la presenza femminile si conta sulle dita di una mano e, spesso, le difficoltà risiedono nel modo diverso di affrontare le sfide, con un pizzico anche di diffidenza. Dopo oltre trent’anni, sono sempre più convinta che il lavoro di squadra premia sempre e, nei rari casi, dove alcune sfide sono state affrontate senza tener conto di scelte condivise, gli obiettivi ed i risultati non sempre sono stati quelli attesi. Il confronto e l’ascolto, delle diverse competenze, in una squadra di lavoro, unitamente alla passione, premiano sempre”.
Negli ultimi tempi il mercato dell’asse “turismo-viaggi a lunga percorrenza” ci ha fornito dei dati che attestano lo stato di salute del set- tore, con in testa la regione Puglia. Seconde Lei, considerato lo scenario economico non proprio florido del Paese in questo momento, come è stata possibile questa crescita?
“Il settore della lunga percorrenza a mezzo autobus ha subito un radicale cambiamento, sia dal punto vista normativo che di offerta al cliente. Oggi l’offerta è cosi diversificata che, al netto delle motivazioni per le quali ci si sposta, l’utente può scegliere quale mezzo utilizzare, grazie anche e soprattutto agli strumenti digitali. L’autobus consente di raggiungere anche quelle località minori dove le grandi infrastrutture non possono esserci o sono carenti. I dati del settore registrano un incremento considerevole, frutto di diversi fattori: capillarità, sicurezza, economicità, fruibilità e così via discorrendo. Ritengo, inoltre, che sia tutto il mezzogiorno del Paese, e non solo la Puglia che pur rimane un’area geografica vivace, che ha fatto registrare la crescita del settore. Altro elemento strategico che ha contribuito alla crescita, è stata negli ultimi anni una maggiore conoscenza di questa particolare “offerta” negli spostamenti a lungo raggio”.
Gran parte degli italiani si sposta ancora con mezzi privati, mentre i cittadini del resto d’Europa sembrano più motivati a lasciarli in garage: cosa è necessario fare per non restare indietro? Può solo essere il fattore economico, come per così dire “offerte stracciate” del prezzo dei biglietti, a motivarci?
“Qui credo sia sostanzialmente un problema sia culturale che di uno scarso efficiente piano integrato di trasporto fra le diverse forme di mobilità, soprattutto nel centro–sud. Spesso i sistemi intermodali, in tutti i vari segmenti, non sempre garantiscono un’offerta che corrisponde alla domanda, tale da far preferire il mezzo pubblico a quello privato. Nelle varie regioni, per la loro diversità, bisognerebbe predisporre uno studio che metta a nudo l’attuale offerta/domanda e costruire, come dicevo, un piano dei trasporti che metta in coincidenza le diverse mobilità tale da incentivare l’uso del mezzo pubblico rispetto al mezzo privato. È evidente che gli spostamenti dopo un range chilometrico ancora si fanno con il mezzo privato anche se, come dicevamo, il settore registra un notevole incremento, dovuto anche ad offerte accessibili e cosiddette low cost”.
Tuttavia cresce la domanda di mobilità intermodale, ma le infrastrutture spesso non sono sufficienti a coprire questa esigenza. Quali gli strumenti che a suo avviso dovrebbero essere rafforzati senza ovviamente creare sovrapposizione tra i vari sistemi di trasporto?
“Qui, come dicevo in precedenza, un intervento centrale, con una nuova riforma, potrebbe garantire una nuova offerta di mobilità inter- modale che tenga conto delle mutate esigenze rispetto a tanti anni fa e con l’ulteriore obiettivo di eliminare evidenti ed eccessive sovrapposizioni con conseguenti economie”.
Simet si sta affacciando a nuovi mercati in Europa, cosa porterete della vostra esperienza professionale che pensiate possa essere un valore aggiunto per accreditarsi verso nuovi utenti?
“Oggi Simet Bus S.p.A., forte di settanta anni di esperienza e della cultura d’impresa, letta quale pura competizione nel mercato vista la totale assenza di contribuzione pubblica, seppur si parli di servizio di trasporto pubblico, sta disegnando e integrando la propria rete, con un ventaglio di soluzioni sempre più capillari. Oggi fare rete di impresa assieme ai migliori player diventa imprescindibile. Il know italiano, che non è secondo a nessuno, potrà affrontare e vincere le nuove sfide nel mercato. Siamo fermamente convinti che ci rivedremo fra settant’anni”.