(Teleborsa) – L’utilizzo dei pagamenti digitali in Italia è ancora basso rispetto alla media europea. Se infatti nel nostro Paese le transazioni con moneta elettronica non vanno oltre il 26% del totale, in Europa il dato è pari al 45%. Ad evidenziarlo è una recente indagine realizzata da Bain & Company.
In un contesto che vede le diffusione di pagamenti cashless nel nostro Paese fortemente indietro rispetto al resto del Vecchio Continente “tuttavia le transazioni con carte di pagamento sono cresciute dal 2015 con una media annua del 10%: un incremento reso possibile dalla crescita dell’infrastruttura tecnologica e dallo sviluppo dei canali e-commerce che stanno caratterizzando il mondo dei consumi” spiega Francesco Luongo, presidente di Consumers For Digital Payments (C4DiP, la coalizione di associazioni di consumatori formata da Movimento Difesa del Cittadino, Asso-consum e U.Di.Con che si pone l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e i cittadini, sulla sicurezza e i vantaggi dell’utilizzo della moneta elettronica).
Secondo C4DiP il consolidamento di un sistema di pagamento che preveda un minor utilizzo del denaro contante “produrrebbe un significativo risparmio per il sistema Italia, senza contare che i pagamenti digitali potrebbero costituire un’arma preziosa contro l’evasione fiscale”.
“Nel Regno Unito la percentuale nell’utilizzo di pagamenti digitali è stimata intorno al 70%. Tuttavia un paragone tra le due nazioni – secondo Luongo – è impossibile in quanto in Gran Bretagna la maggior parte della popolazione possiede e utilizza almeno una carta di credito mentre in Italia l’evoluzione tecnologica è stata meno significativa”. Tra i segnali positivi vi è il fatto che – continua il Presidente di C4DiP – “la diffusione di Pos negli esercizi commerciali è in aumento e in grandi città come Milano è possibile acquistare i biglietti della metropolitana con strumenti cashless”.
Alla base vi è soprattutto un fattore culturale. Lo stesso che, ad esempio, fanno notare da C4DiP, ha portato la Svezia a confinare l’uso del contante al 2% del valore totale delle transazioni, percentuale che in base alle previsioni è destinata a scendere di mezzo punto entro il 2020.
In questo periodo di grande fermento per gli epayments, per Luongo, “l’Italia deve accelerare il proprio processo di crescita, soprattutto in vista dell’entrata a pieno regime delle novità introdotte dalla PSD2 – Payment Services Directive 2, la nuova direttiva europea sui pagamenti digitali – che cambierà completamente volto alla finanza digitale”.