L’approvazione della Manovra 2020 entro il 31 dicembre 2019 sembra essere un impegno a cui il Governo non ha intenzione di venir meno quest’anno. Pur di evitare l’esercizio provvisorio, e scansare i problemi e le conseguenze che da questo derivano, i lavori in Parlamento procedono spediti.
La prassi accelerata, però, sta facendo torcere di non poco il naso ad alcuni membri dell’opposizione, che già da diversi giorni stanno manifestando il loro malcontento. Adesso, però, tutti sono concentrati sul decreto Milleproroghe. Il testo è stato approvato dal Consiglio dei Ministri “salvo intese”, ma per arrivare a tutto ciò ci sono volute ben 6 ore di discussione e confronto. I nodi da sciogliere, nello specifico, riguardano diverse norme, tra cui quelle sulle concessioni autostradali e quelle per la Sicilia.
Il decreto – rispetto a come era stato presentato originariamente – ha subito modifiche, e gli interventi potrebbero non essere ancora finiti. La dicitura “salvo intese”, difatti, può avere diverse implicazioni e conseguenze, come quelle relative a ulteriori cambiamenti del testo.
Tra i punti cardine del Milleproroghe, ricordiamo, ci sono: la norma che prevede la gestione provvisoria ad Anas in caso di revoca delle concessioni autostradali, lo stop dei rincari dei pedaggi autostradali, la stabilizzazione dei precari della Pubblica Amministrazione, nonché lo slittamento al gennaio 2020 del mercato tutelato dell’energia e la proroga al 31 dicembre 2020 del bonus verde.
Tra le proroghe che sono state inserite nel decreto, inoltre, meritano di essere citate anche lo spostamento al 30 giugno 2020 per la presentazione delle domande di rimborso al Fondo di solidarietà per le vittime di reati intenzionali violenti e l’obbligo di rispettare le norme antincendio per gli alberghi nelle zone colpite da terremoti o eventi meteo eccezionali.
In fine, è stata confermata la proroga dei vertici del Garante della privacy e dell’Agcom fino al 31 marzo 2020, mentre è stata liquidata la norma per la modifica della governance di Sport e Salute Spa, ovvero l’ex Coni Servizi che portava da 3 a 5 i componenti del cda distinguendo la funzione di presidente da quella di amministratore delegato. La stessa sorte è toccata alle disposizioni sulla giustizia amministrativa, che prevedevano un aumento di organico per il Consiglio di Stato e la Corte dei Conti, anche queste liquidate durante i lavori precedenti all’approvazione del Milleproroghe.