A breve si capiranno le attesissime linee guida su cui vorrà puntare il Governo per la Legge di Bilancio 2020. Entro la fine di settembre il Conte Bis dovrà approvare la Nota al DEF, svelando le carte su cui ha deciso di indirizzarsi.
La manovra dovrebbe essere all’incirca di 35 miliardi di euro. Tuttavia i margini per muoversi non sono ampi se si considera che 23 miliardi saranno destinati a bloccare gli aumenti dell’IVA e 5 miliardi saranno usati per le cosiddette spese indifferibili.
Alla luce dei numeri sopracitati e valutando le notizie degli ultimi giorni trapelate dai palazzi governativi, si può tracciare un prospetto ipotetico di quel che dovrebbe finire nella Legge di Bilancio.
IVA – Come poc’anzi accennato la grande protagonista sarà l’IVA. Se non dovesse esserne sventato l’incremento, l’imposta salirebbe, con relativo rincaro prezzi su molti beni di consumo. Attualmente, il diktat è quello di evitare l’aumento, ma non è detto che non possano essere prese delle misure ad hoc. Ad esempio si ragiona se è il caso di fa lievitare l’IVA solo su prodotti selezionati.
Sempre con riferimento all’IVA si è parlato molto in questi giorni di un’ulteriore tassazione sui contanti. La proposta avrebbe anche il fine di arginare l’evasione fiscale. Sempre a proposito di contanti, un’altra misura che sta tenendo banco è quella che potrebbe dare degli svantaggi a chi preleva oltre 1.500 euro in un mese.
A lanciare la proposta è stata Confindustria, che ha suggerito una maggiorazione del 2% sui prelievi in contanti oltre i 1.500 euro mensili e un bonus del 2% per tutti coloro che pagano con carta di credito o bancomat. Attualmente la questione è al vaglio del Governo.
C’è poi il versante fattura elettronica che potrebbe essere estesa anche ai contribuenti in regime forfettario, categoria esonerata dagli obblighi introdotti dal 1° gennaio 2019.
Taglio del cuneo fiscale – l’obbiettivo di ridurlo è sia nei piani del Pd sia in quelli del M5s, anche se resta da capire come, e se alcune differenti visioni delle due forze politiche governanti riusciranno a trovare una sintesi efficace. Al momento si punta a dare 1500 euro in più all’anno ai dipendenti. Per farlo si tenterà di allargare la platea dei beneficiari del bonus renziano o di aumentare le detrazioni fiscali che riducono l’Irpef.
Se questa fosse la linea scelta, resterebbe il nodo delle imprese che non sarebbero coinvolte nel taglio del cuneo. Per questo si sta pensando a un taglio dei contributi previdenziali ed assistenziali a carico dei datori di lavoro sui contratti a tempo indeterminato. Con questa misura si punterebbe a ricavare i fondi per portare avanti la questione del salario minimo. Resta comunque tutto in forse finché non sarà chiaro dove il Governo reperirà le risorse.
Irpef – L’imposta sul reddito delle persone fisiche è un altro aspetto cruciale e la si vorrebbe ridotta nel numero delle aliquote: da 5 a 3 con una revisione delle cosiddette tax expenditures, in particolare quelle dei bonus nel settore energetico.
Nel dettaglio, a finire nel mirino potrebbero esserci le “agevolazioni inquinanti”, che potrebbero subire un taglio, visto che vanno anche controcorrente rispetto alle nuove politiche ambientaliste. Di contrappasso si sta pensando a una serie di misure che incentivino progetti green.
La flat tax per le partite IVA – Il Governo sta ragionando a una rimodulazione del regime forfettario. Attualmente pare che l’idea che vada per la maggiore sia quella di fare ritorno al passato, a prima cioè delle misure introdotte nella Legge di Bilancio 2019.
Industria 4.0 – Sul tavolo c’è la volontà di ampliare il piano Industria 4.0, con lo scopo di incentivare le imprese ad abbracciare lo sviluppo digitale. Dovrebbero arrivare misure che proporranno di dare maggiore impulso agli investimenti dei privati in startup e nelle PMI innovative.
Pensioni – il Governo gialloverde nella scorsa legislatura ha dato avvio a una riforma che avrebbe dovuto vedere il suo totale sviluppo nel 2020. Con l’arrivo del Conte Bis dovrebbero cambiare diverse cose, ancora tutte da decidere. Tuttavia Quota 100 dovrebbe continuare a essere proposta fino al 2021, lasciandole fare il suo percorso triennale, come l’aveva pensato la Lega.
Reddito di Cittadinanza – Anche la misura fortemente voluta dal M5s non dovrebbe essere in discussione, come affermato di recente dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Assunzioni – Resta nebulosa l’idea del Governo in merito agli incentivi destinati alle imprese riguardanti le assunzioni. La faccenda, oggi, è alquanto complessa e l’auspicio è che sia fatto ordine sulle norme attuali dove L’Inps stesso fatica a orientarsi in diversi casi.