Via libera al Mes. Con 164 voti favorevoli, 122 contrari e 2 astensioni l’Aula del Senato ha approvato la risoluzione presentata dalla maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in vista del Consiglio europeo del prossimo 12 e 13 dicembre.
Dopo il sì di Montecitorio dunque anche a Palazzo Madama passa la risoluzione di maggioranza sul fondo Salva-Stati, il discusso Mes (Meccanismo di stabilità europeo, da European Stability Mechanism – ESM), che tante polemiche ha suscitato negli ultimi mesi.
Obiettivo del Mes è quello di dare un aiuto finanziario agli Stati dell’Eurozona in difficoltà finanziaria, anche per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo complesso e quella dei suoi Stati membri. Questo sostegno finanziario è concesso a condizioni rigorose, commisurate allo strumento di assistenza scelto, a beneficio dei membri del Mes che già si trovino o rischino di trovarsi in gravi problemi finanziari.
Il punto della discordia è stato soprattutto sulle “condizioni rigorose” a cui il sostegno finanziario a un Paese può essere sottoposto, in particolare la ristrutturazione del debito, che tuttavia non è obbligatoria e dunque non comporta alcun automatismo. In caso di concessione degli aiuti finanziari si valuterà il debito del Paese richiedente e solo qualora fosse insostenibile si potrà chiedere l’eventuale ristrutturazione.
“L’Italia non ha nulla da temere” – aveva dichiarato il premier nell’informativa alle Camere – “perché il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la Commissione, e come confermano i mercati”.
Il Presidente del Consiglio aveva, tuttavia, avvertito che “un dibattito portato avanti in modo molto confuso rischia di indurre il sospetto, nei mercati e nelle istituzioni internazionali, che siamo noi stessi a dubitare dell’impegno assunto di mantenere il debito su un sentiero di piena sostenibilità“. Il premier aveva anche aggiunto che “bisogna stare attenti a insinuare dubbi e paure nei cittadini italiani“, sottolineando che, se il reale obiettivo del dibattito pubblico è quello portare fuori l’Italia dall’Eurozona “converrebbe chiarirlo in modo esplicito”.
Nel testo è specificata anche la posizione del governo italiano su altri temi a partire dal bilancio comune europeo e il Quadro Finanziario Pluriennale proposto dalla Finlandia con “ipotesi di allocazione dei fondi, peraltro non esaustive” definite “insoddisfacenti” da Conte.