Potrebbe essere in salita il cammino di Libra. Il progetto di criptovaluta annunciato da Facebook, che verrà lanciato nel 2020, è entrato immediatamente nel mirino di regolatori, banche ed esponenti politici, a livello europeo e statunitense.
La Francia, presidente di turno del G7, attraverso il suo Ministro delle Finanze Bruno La Maire, ha chiesto alle banche centrali dei sette di costituire un gruppo di lavoro per produrre, entro metà luglio, un rapporto che evidenzi i rischi delle valute digitali e gli impatti sul sistema finanziario.
Una delle questioni principali da esaminare, ha sottolineato La Maire nella lettera di presentazione del progetto al governatore della Banca di Francia Villeroy de Galhau, è il potenziale utilizzo delle criptovalute per il riciclaggio del denaro. La Maire ha inoltre dichiarato di non essere contrario all’iniziativa di Facebook, ma ha aggiunto che la valuta digitale, proprio perché lanciata da un’azienda privata, dovrà avere chiari limiti che le impediscano di diventare moneta sovrana.
Del gruppo di lavoro del G7, stando a quanto riporta il Financial Times, farà parte anche il Fondo Monetario Internazionale.
Riserve e dubbi simili sono stati sollevati da altre voci importanti in Europa: il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ha sottolineato che se Libra verrà adottata dovrà essere sottoposta a controlli stringenti.
Più tagliente è l’affondo dell’europarlamentare tedesco Markus Ferber, secondo cui Facebook potrebbe diventare una “banca ombra”. Si corre cioè il rischio che il colosso guidato da Mark Zuckerberg eroghi servizi bancari senza essere soggetto a regolamentazioni. Ferber ha poi aggiunto che l’ingresso di Facebook nelle criptovalute è comunque un’occasione offerta ai regolatori di mettersi al lavoro per normare una volta per tutte il mondo delle monete virtuali.
Gli Stati Uniti hanno invocato lo stop della criptovaluta Libra. Maxine Water, a capo del Comitato per i Servizi Finanziari della Camera, ha chiesto di bloccare lo sviluppo della criptomoneta fino a quando il Congresso e le autorità di regolamentazione non avranno esaminato il problema, invitando il Social Network a rispondere alle domande del Congresso.
Facebook ha dato la sua disponibilità, dicendosi pronto a chiarire dubbi e rispondere a richieste.
Ma lo sviluppo della moneta virtuale potrebbe rivelarsi più tortuoso del previsto: il Social Network è già entrato più volte nel mirino dei regolatori per questioni legate alla privacy e all’utilizzo dei dati degli utenti (una su tutte lo scandalo Cambridge Analytica). Normale quindi che lo sviluppo di una propria criptomoneta, che potrebbe rivoluzionare il mondo del fintech, sia visto con molte riserve e preoccupazioni.