Oggi, lunedì 30 settembre, la Nota di aggiornamento al Def,(NADEF), ossia il quadro macroeconomico che farà da impalcatura alla manovra, approda in Consiglio dei Ministri.
Mentre il Tesoro è al lavoro su proiezioni di crescita e conti pubblici, l’esecutivo ragiona e lavora su quella che sin dall’inizio è stata definita una manovra “espansiva“, come indicato dallo stesso Ministro dell’Economia Gualtieri che, intervistato da Lucia Annunziata, snocciola più di qualche numero. La Manovra, che si aggirerà sui 30 miliardi, “non sarà restrittiva, perché avrebbe un effetto negativo sull’economia. Punteremo a una piccola espansione, con il deficit che si collocherà in una saggia via di mezzo tra 2% e 2,4%”. Poi assicura che ci sarà una “revisione della spesa” ma senza “tagli a scuola, sanità, università”.
Sullo sfondo l’impegno preso, che è “solenne” ha precisato qualche ora prima, dal premier Giuseppe Conte: disattivare “le clausole di salvaguardia dell’Iva. È un capitolo importante”, “parliamo di 23 miliardi. Li dobbiamo mettere sul tavolo perché non dobbiamo consentire l’aumento dell’Iva“. “Stiamo lavorando a qualche rimodulazione – ha aggiunto- ma con beneficio per gli italiani”.
Il presidente del Consiglio è tornato a parlare di quello che ha definito nelle scorse ore un “patto sociale” con gli italiani, aggiungendo che ci saranno incentivi a “usare la moneta elettronica, le carte, ma questo non significherà che pagherete di più”. Conte ha parlato di “meccanismi premiali” con “vantaggi in termini di alleggerimento della pressione fiscale”.
Per la prossima Legge di Bilancio c’è da mettere sul piatto circa 30 miliardi, 23 dei quali servono per scongiurare gli aumenti previsti da gennaio e imposti dalle clausole di salvaguardia sottoscritte dall’Italia con Bruxelles. In Via XX settembre, si continua a lavorare a una ‘rimodulazione’ delle attuali aliquote, che non dovrebbe riguardare i prodotti di largo consumo e andrebbe di pari passi con lo strumento del cashback, ovvero una sorta di restituzione di parte dell’aliquota Iva per chi paga con la carta o con il bancomat. Tradotto: possibile stangata in arrivo per chi paga con i contanti.
Nel frattempo, contro qualsiasi ipotesi di interventi sull’Iva, iniziano a farsi sentire le associazioni. “L’economia del nostro Paese è ormai da tempo sostanzialmente in una condizione di crescita zero e richiede una riduzione netta della pressione fiscale complessiva – sottolinea Confcommercio – sarebbero dunque errate tanto scelte di incremento delle aliquote Iva con un impatto economico certamente recessivo, quanto operazioni di scambio compensativo tra più imposte indirette e meno imposte dirette con un impatto fiscalmente regressivo”.
Da Confesercenti, intanto, arriva una proposta. Sottolinea Patrizia De Luise, Presidente nazionale di Confesercenti: “La nostra proposta è di abbassare i costi delle commissioni, annullandoli per i pagamenti sotto i 25 euro e di dare un incentivo del 2% di credito di imposta ‘cashback’ a chi paga con carte e bancomat, senza punire gli altri. Siamo convinti che così si genererebbero fino ad 8 miliardi di spesa delle famiglie in più in 4 anni”
Oggi, dunque, giornata cruciale per il Governo che metterà nero su bianco i numeri aggiornati del Documento di economia e finanza. L’asticella del deficit potrebbe salire fino al 2,1%, rispetto a un target programmatico dell’1,6%. Per arrivare alla nuova soglia, l’UE dovrebbe concedere all’Italia circa 10 miliardi di ‘flessibilità’. Ma c’è chi ipotizza una dote più generosa, con un deficit al 2,3%, di circa 13 miliardi.