La data cruciale in cui si capirà quale direzione prenderà il futuro prossimo del Governo italiano è il 20 agosto, giorno in cui il premier Giuseppe Conte si presenterà in Senato per rendere le sue comunicazioni.
Nel frattempo, i palazzi politici romani non sono stati mai così affollati nelle settimane a cavallo di Ferragosto. La crisi di Governo innescata dalla Lega sta producendo trattative senza sosta tra le forze politiche di maggioranza e minoranza. Obiettivo: riuscire a trovare una soluzione a una situazione nebulosa, intricata, spinosa.
Il voto tanto voluto dalla Lega nei giorni precedenti, complice una Legge di Bilancio da approvare entro fine anno – dalle cui sorti dipendono molti fattori fondamentali per il Paese, uno su tutti la questione dell’aumento dell’Iva -, non sembra più così certo. Anzi, i partiti stanno cercando di negoziare su tutti i fronti per evitarlo.
Tra nuove proposte di alleanze, accuse reciproche, mani tese agli amici di un tempo (Salvini che torna dagli antichi alleati ‘berlusconiani’ e ‘meloniani’) o ai nemici dell’ultima ora (il tentativo di riavvicinamento della Lega al M5s), c’è parecchia incertezza su cosa accadrà.
Resta da capire se si riuscirà a trovare un accordo prima del 20 agosto, data in cui si scoprirà se si avanzerà con una maggioranza a tinte giallo-verdi oppure no. In questo caso, una delle ipotesi più accreditate sarebbe un nuovo matrimonio governativo che nascerebbe da un patto tra i pentastellati e il Pd.
Tante incognite, una sola certezza: martedì 20, alle ore 15, Giuseppe Conte sarà protagonista a Palazzo Madama. Dal suo discorso si capirà in fretta cosa hanno partorito le trattative dei partiti. Dunque, se Lega e M5s saranno riuscite a ricucire lo strappo oppure no.
Se venisse certificato il secondo caso, ossia nessuna pax tra i giallo-verdi, dalle parole del premier si saprà anche se è stato raggiunto un eventuale accordo tra M5s e Pd. Tale dinamica porrebbe fine all’attuale Governo. Infine, Conte andrebbe a riferire al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Altro scenario che ha buone probabilità di verificarsi è quello che vedrebbe il M5s presentare al Senato una risoluzione di sostegno a Conte da mettere al voto subito dopo il suo discorso. Una simile mossa spingerebbe i partiti a uscire allo scoperto. In particolare, i riflettori sarebbero puntati sulla Lega che dovrà decidere se sfiduciare o rinnovare la fiducia al premier.
C’è anche molta attesa di capire come si muoverà il Pd, che presenterà un documento in Aula dal quale si capirà quale sarà la sua posizione. Lo stesso Carroccio, se non avesse raggiunto con il M5s e il premier nei giorni precedenti un accordo, potrebbe presentare una sua risoluzione contro lo stesso Conte. Ciò porterebbe a un voto sulle risoluzioni già il 20 agosto. In tal caso, numeri alla mano, si capirebbe subito se Conte sarà sfiduciato oppure no.
Quando le votazioni sulle risoluzioni saranno terminate, il premier salirà al Colle per informare Mattarella, che lo dovrebbe rimandare alle Camere per il vero e proprio voto di fiducia.