Continuano le contrapposizioni tra Lega e Cinque Stelle in merito alla richiesta di dimissioni del sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri, indagato per corruzione.
In merito a questa vicenda il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, torna a smentire l’ipotesi di una crisi e dalla Toscana, a San Giuliano, ribadisce che il Governo durerà ancora quattro anni dichiarando durante un comizio come: “I giornali parlano di beghe politiche ma la mia parola vale più dei sondaggi e questo Governo arriva fino in fondo” e continua sostenendo il sottosegretario leghista: “Non è una poltrona in più o in meno che fa la differenza, ma in un paese civile si è innocenti fino a prova contraria e i processi si fanno in tribunale, non nelle piazze o in televisione, anche se qualcuno sbaglia nella Lega paga”. Questa vicenda non sembra aver intaccato la sua fiducia nel Presidente del Consiglio, come ha sostenuto anche durante un altro comizio a Prato: “Mi fido di Conte, andiamo avanti”.
Alle sue dichiarazioni risponde Luigi Di Maio che ha richiamato la Lega sottolineando la necessità delle dimissioni del sottosegretario Siri tramite un post sulla sua pagina Facebook nel quale si legge: “Oggi non su uno, ma su quasi ogni giornale c’è scritto che la Lega vuole staccare la spina al governo e ha pianificato di far saltare tutto dopo il voto. E tutto questo per cosa? Per una poltrona? Per non mollare un loro indagato per corruzione (che ha il diritto di difendersi ma lontano dall’esecutivo)? Lupi, e dico l’ex ministro Maurizio Lupi di Ncd, si dimise per molto meno”.
Il Ministro pentastellato ha mantenuto la stessa linea anche in relazione all’attacco del Viminale al Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta (5 stelle) per un tweet contenente la notizia, falsa e poi smentita, del salvataggio da parte della nostra Marina militare di pescherecci italiani puntati da motovedette libiche. Di fronte a questa polemica Di Maio ha replicato dalla Sardegna: “Capisco le difficoltà della Lega, ma non serve un attacco al Ministro della Difesa Trenta per provare a coprire il caso Siri. Per coprire il caso Siri basta farlo dimettere”.
Per i prossimi sviluppi non resta che attendere il Consiglio dei Ministri di mercoledì, ma come già anticipato da Conte, che ha sostenuto il ritiro delle deleghe al sottosegretario: “Non ci sarà alcuna conta”. Il Presidente del Consiglio ha già richiesto le dimissioni di Siri e per lui non è più un punto all’ordine del giorno, la decisione è già stata presa e come è stato più volte ribadito non si arriverà a una crisi di governo per una poltrona.