(Teleborsa) – La revoca delle concessioni alla società Autostrade per l’Italia è corretta perché Aspi ha compiuto una grave inadempienza a seguito del crollo del Ponte Morandi a Genova. Sono le prime indiscrezioni, filtrate dalle agenzie stampa, sulla relazione della Commissione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che avrebbe confermato lo stop alla concessione ad Aspi.
Secondo il documento, i tecnici del Mit avrebbero dichiarato la revoca unilaterale perché il crollo del Ponte Morandi, avvenuto lo scorso 14 agosto, ha comportato la mancata restituzione di un bene che, per via della concessione, era stato affidato ad Aspi, tenuta quindi a restituirlo integro.
Per questo, si legge nella relazione, si configura il grave inadempimento che apre la strada alla revoca unilaterale della concessione. Secondo il gruppo di lavoro, “il crollo lascia presupporre gravi lacune del sistema di manutenzione che si possono ritenere sussistenti su tutta la rete autostradale e che pertanto giustificano che lo Stato abbia perso fiducia nell’operato di Aspi”.
Bisogna comunque tener presente che la società Autostrade ha già iniziato un forte intervento di manutenzione straordinaria dopo il crollo del Ponte Morandi. Inoltre secondo la relazione, sono nulle alcune clausole della convenzione che prevedono risarcimenti per risoluzione anticipata anche se non si esclude che Aspi aprirà un contenzioso.