(Teleborsa) – L’attuale situazione politica italiana è una sfida per i leader dell’Unione Europea, poiché la retorica domestica sembra essere in crescita nel paese. Secondo la ricerca Amundi, “la crisi si sta verificando anche in uno scenario economico deteriorato per l’Italia e l’Eurozona. È ancora presto per prevedere quanto durerà la crisi e le sue implicazioni sull’economia: molto dipenderà da quale dei possibili scenari emergerà nelle prossime settimane. La preparazione e l’approvazione della Legge di Bilancio (entro la fine dell’anno) sono priorità fondamentali per il paese, nonché la necessità di evitare l’aumento dell’IVA. Queste tappe fondamentali alla fine influenzeranno l’evoluzione della crisi, creando pressione per la sua rapida risoluzione o, almeno, per una soluzione transitoria che salvaguardi le finanze pubbliche italiane. Riteniamo che, nella fase attuale, i rischi di contagio negli altri paesi periferici siano limitati, soprattutto grazie al sostegno della BCE. Il pacchetto di politica monetaria previsto a settembre sarà probabilmente una combinazione di riduzione dei tassi (prevediamo una riduzione di 10 punti base), un sistema di remunerazione delle riserve a più livelli (cioè applicazione di tassi differenziati per ammontare sulle riserve), per proteggere il fragile settore bancario europeo, e la riapertura del quantitative easing. Inoltre, diversi paesi dell’Eurozona (a partire dalla Germania) saranno probabilmente “costretti” a utilizzare la politica fiscale per arginare gli effetti di una recessione manifatturiera che si è intensificata nel primo semestre del 2019. Inoltre, tassi di interesse bassi potrebbero sostenere i paesi nel loro piano di stabilizzazione del rapporto debito / PIL e del costo del debito pubblico. Ma questo non sarebbe nel lungo termine un rimpiazzo per l’attuazione di un solido consolidamento fiscale”.
View sugli asset italiani: “l’apertura della crisi politica e la comparsa del conseguente premio per il rischio è abbastanza evidente. Dal punto di vista del rendimento corretto per il rischio, i BTP potrebbero andare meglio delle azioni se la crisi politica si aggraverà o si prolungherà fino al 2020. Infatti, dato il recente calo generalizzato dei rendimenti obbligazionari su tutta la linea, riteniamo che la caccia al rendimento manterrà l’interesse degli investitori verso le obbligazioni italiane. La nostra analisi mostra che il valore dei BTP italiani rappresenta la metà del valore delle attività rimaste con rendimento positivo nel segmento del reddito fisso Investment Grade denominato in euro, pur rappresentando solo il 12% del debito complessivo in essere. Nonostante la recente volatilità, prevediamo che la domanda degli investitori rimarrà molto elevata, limitando nel breve termine la pressione al rialzo sui rendimenti obbligazionari”.