(Teleborsa) – L’ombra dell’impeachment si allunga su Donald Trump. Il Presidente USA chiese a Voldymyr Zelensky di contattare il Ministro della giustizia Usa William Barr (che si dice all’oscuro di tutto) per discutere la possibile apertura di un’indagine per corruzione su Joe Biden, in corsa per le presidenziali 2020, e suo figlio Hunter. La conferma arriva dalla trascrizione della telefonata tra il tycoon e il presidente ucraino, diffusa dalla Casa Bianca. “Fammi questo favore…” È il 25 luglio scorso e dallo Studio Ovale Donald Trump sta parlando al telefono con Zelensky, fresco di elezione. “Si parla molto di Biden e suo figlio e di come Biden abbia bloccato un’indagine, e molte persone vogliono sapere come è andata veramente… Qualunque cosa puoi fare è molto importante che tu la faccia, se è possibile”, insiste il Tycoon.
Il riferimento è alla presenza del figlio dell’ex vicepresidente nel board di una società ucraina con Trump che ha più volte accusato Biden di aver fatto pressioni su Kiev perché seppellisse l’inchiesta, pena il taglio degli aiuti Usa. Persino da New York, in occasione dell’Assemblea Onu, Trump era tornato a chiedere al Congresso di fare trasparenza sull’ex vice presidente e la sua famiglia.
I democratici, intanto, parlano già di “smoking gun”, la pistola fumante, convinti che le cinque pagine con la trascrizione della conversazione sono la prova definitiva che il presidente si è macchiato del gravissimo reato di abuso di potere a fini politici personali, mettendo anche a rischio la sicurezza nazionale. In una parola, “tradimento”. Termine usato dalla speaker della Camera Nancy Pelosi che ieri ha rotto gli indugi, annunciando l‘avvio formale dell’indagine per un possibile impeachment (la messa in stato di accusa) di Trump. Primo step sarà stabilire se l’inquilino della Casa Bianca abbia usato come leva un pacchetto di aiuti militari di circa 400 milioni di dollari.
Zelensky: “Nessuno mi ha fatto pressione” Nella serata di ieri, intanto, il presidente ucraino difende Trump, rispondendo ai giornalisti in occasione di un incontro a New York con il tycoon. “Non voglio essere coinvolto nelle elezioni degli Stati Uniti – aggiunge – E’ stata una telefonata positiva, normale”.
Clima infuocato che, secondo molti, esalta Trump, perfettamente a suo agio quando si tratta di scendere sul campo di battaglia. Tanto che chi gli sta vicino racconta che, al netto delle dichiarazioni di facciata, il Tycoon gongola, convinto che tutto si sgonfierà, facendogli conquistare la rielezione.