(Teleborsa) – Continua il botta e risposta tra Stati Uniti e Cina sulla questione dazi. Dopo la decisione del Dipartimento del Tesoro di bollare Pechino come manipolatore di valute, è arrivato l’intervento diretto del presidente statunitense Donald Trump che su Twitter ha rinfocolato le polemiche.
“Un’ondata di soldi dalla Cina e da altre parti del mondo si sta riversando negli Stati Uniti per motivi di sicurezza, investimento e tassi di interesse. Siamo in una posizione forte. Le aziende stanno tornando numerose negli Stati Uniti. È una bella cosa da vedere”, twitta Trump.
“Come hanno visto negli ultimi due anni, i nostri grandi agricoltori americani sanno che la Cina non sarà in grado di ferirli in quanto il Presidente è stato con loro e ha fatto ciò che nessun altro presidente avrebbe fatto. E lo farò di nuovo l’anno prossimo se necessario”, ha poi aggiunto sempre su Twitter in riferimento alla decisione di Pechino di bloccare l’importazione di prodotti agricoli a stelle e strisce.
Nel frattempo, la Banca centrale cinese ha cercato di tranquillizzare gli investitori stranieri, incontrando alcune imprese straniere basate in Cina e assicurando che il calo dello yuan sul dollaro è “una normale reazione di mercato dovuta a diverse ragioni, tra cui la guerra commerciale tra Usa e Cina“.
I funzionari della Pboc hanno poi dichiarato a Bloomberg che “il governo cinese non ha mai usato il cambio come arma e che in futuro lo yuan non si svaluterà significativamente“.
A conferma, è arrivata anche l’intervista del vice governatore della Banca Centrale Cinese, Chen Yulu, alla televisione di Stato Cctv. “La svalutazione dello yuan in agosto è stata decisa dal mercato e non ha nulla a che vedere con la manipolazione della valuta“, ha spiegato Chen che ha definito la scelta di Washington di definire la Cina un manipolatore di mercato “non in linea” né con le regole base dell’economia e del consenso internazionale, né con i criteri fissati dal Tesoro americano per individuare una manipolazione valutaria.
La Cina, ha aggiunto Chen, sollecita gli Usa ad abbandonare la strada sbagliata che sta seguendo per risolvere le dispute commerciali e a tenere un approccio razionale e pragmatico.