(Teleborsa) – Si chiude con un nulla di fatto la partita sulle nomine con l’Europa che prende tempo. Al termine di un Consiglio Europeo che alla vigilia sembrava decisivo per il futuro dei vertici dell’Unione, ai leader non resta infatti che prendere atto del mancato accordo e rinviare tutto di dieci giorni, a domenica 30 giugno, quando cioè i Capi di Stato e di Governo rientreranno dall’importante appuntamento del G20 a Osaka.
E proprio in quell’occasione, i leader discuteranno ad oltranza per comporre un pacchetto di figure di qualità, forte del maggior consenso possibile, capaci di rispettare i criteri di equilibrio geografico e di genere, e di accontentare tutte le “famiglie politiche” impegnate nella costruzione di una coalizione di maggioranza al Parlamento europeo, in grado di riempire le “caselle”.
NELLA “TELA” DI TUSK – Le trattative ovviamente proseguiranno in questi giorni, seppur in maniera ufficiosa, con Tusk, Presidente del Consiglio Europeo, che continua sottotraccia a tessere la “tela”.
LA “PARTITA” SULLA PRESIDENZA, ESULTA MACRON – Nel frattempo, Emmanuel Macron esulta per aver affossato l’ipotesi di uno “Spitzenkandidat” alla guida della Commissione: nè il Popolare Manfred Weber, nè il Socialista Frans Timmermans e nemmeno la Liberale Margrethe Vestager, salvo colpi di scena dell’ultima ora che sembrano poco quotati, occuperanno il posto di Jean Claude Juncker.
MERKEL SI SFILA – Angela Merkel , intanto, registra l’uscita di scena di Weber e si sfila per l’ennesima volta: “No”, non sono disponibile a ricoprire un ruolo di rilievo nelle istituzioni europee. “E mi rattrista un po’ constatare che le mie parole, pur ripetute più volte, non siano rispettate”, dice la Cancelliera tedesca.