(Teleborsa) – Velocità, capacità di adattarsi alle evoluzioni tecnologiche sempre più rapide ma con sempre al centro il fattore umano, con una relazione di fiducia che nessuna macchina può creare. Sono queste le parole chiave di UBI Top Private, divisione di dedicata al Private Banking, che si conferma tra gli operatori leader del mercato.
In occasione dell’incontro “Top Private Vision”, convention annuale di UBI Top Private che si è tenuta a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana a Milano, Teleborsa ha intervistato Riccardo Barbarini, Responsabile UBI Top Private.
Qual è il bilancio ad oggi della divisione Top Private di Ubi Banca?
“Il bilancio è positivo. In questi tre anni da quando è nata la Divisione unendo le expertise delle sette banche commerciali confluite nel Gruppo UBI., siamo cresciuti come ricchezza finanziaria e redditività. Attualmente gestiamo circa 36 miliardi di asset con 300 professionisti sul territorio.
Quali sono i servizi di punta che hanno portato la divisione Top Private di Ubi Banca tra i top di mercato?
“Si tratta di servizi che la nostra clientela apprezza particolarmente, in particolare gli imprenditori o coloro che sono stati imprenditori e che sono la maggior parte dei nostri clienti. Al di là di gestire bene l’asset allocation dei loro risparmi, offriamo servizi di advisory come per esempio i passaggi generazionali, piuttosto che le governance aziendali, oppure semplicemente la protezione del loro capitale da una serie di rischi a cui sono esposti con le loro varie attività. A questo si affianca la massima attenzione alla rischiosità dei loro portafogli, oltre che alla performance. Non dimentichiamo che molto spesso gli imprenditori si prendono i rischi con i loro soldi per la loro attività e quindi chiedono un controllo molto attento dei risparmi”.
A proposito di protezione, la parola chiave è rimasta anche la diversificazione?
“Sì, se parliamo di investimenti la diversificazione è una parola evergreeen che vale un po’ per tutte le stagioni. Diversificare vuol dire controllo e diminuzione della rischiosità. Dal punto di vista del nostro settore, legati al mondo delle imprese, credo che le parole chiave siano velocità e capacità di adeguamento”.
In tema di velocità e capacità di adattamento, che ruolo ha la tecnologia?
“Ha un ruolo importante e lo avrà sempre di più. Ricordavamo oggi che nel 2008 sono sbarcati i primi smartphone in Italia. Se pensiamo che sono passati solo 10 anni ci rendiamo conto della velocità con cui si muove la tecnologia. Abbiamo investito tanto in tecnologia e stiamo avendo i primi risultati interessanti: in questo momento, il 50% dell’operatività e degli ordini avviene tutto tramite la cosiddetta On-line password (OTP). La semplicità e la velocità nei servizi sono gli aspetti che faranno la differenza”.
A fronte della velocità tecnologia, quale è oggi il ruolo del fattore umano?
“Il fattore umano è fondamentale. La tecnologia è strumentale a semplificare la vita, i processi e le attività. Quando si parla di investimenti si parla anche di emozioni. Non è solo una questione di logica per i nostri clienti. Chi non segue il settore e fa altro per mestiere spesso si fa trascinare dall’emotività. Per questo, il ruolo dei nostri Private Relationship Manager rimane e rimarrà fondamentale”.