(Teleborsa) – “I nostri livelli di produzione globale sono nella norma e non hanno subito significanti variazioni”. È quanto ha comunicato alla Reuters un portavoce del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei sottolineando che non ci sono stati “cali nelle vendite”.
Affermazioni che contrastano con quanto riportato da Nikkei Asian Review secondo cui Huawei avrebbe tagliato o cancellato un ingente quantitativo di ordini ai suoi principali fornitori di componenti in seguito al bando emesso dagli Usa sulla vendita o il trasferimento di tecnologie alla società di Shenzen. Una conferma dei tagli arriva anche da Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSMC) che ha evidenziato una sospensione degli ordini da parte di Huawei in seguito all’inserimento della società nella lista di nera di Donald Trump.
Secondo Nikkei Huawei avrebbe, inoltre, abbassato di circa il 20-30% le proprie previsioni di vendita per la seconda metà del 2019.
Quello che è certo è che da maggio, data del bando Usa che vieta a Huawei di acquistare componenti da compagnie americane senza l’approvazione del governo statunitense, le principali global tech companies hanno tagliato i ponti con il gigante cinese come imposto dalla direttiva. In particolare Google ha sospeso la fornitura di componenti hardware, software e di servizi a Huawei. Anche Lumentum Holdings, società che produce componenti ottici, ha cessato le consegne a Huawei e il produttore di semiconduttori Qorvo ha affermato che i ricavi del primo trimestre subiranno un crollo di 50 milioni di dollari a causa dello stop delle forniture al colosso cinese.
Il blocco definitivo a Huawei entrerà ufficialmente in vigore il prossimo 19 agosto. Fino a quella data la società, secondo la direttiva di Trump, può continuare ad acquistare componenti dalle società americane.
Secondo gli esperti, tuttavia, le restrizioni sulla vendita e il trasferimento di tecnologie prodotte negli Stati Uniti all’azienda di telecomunicazioni cinese Huawei avranno conseguenze molto negative anche sulle aziende statunitensi e gli Usa dovrebbero prestare “molta attenzione” nel percorrere questa via. “Credo che la possibilità di una guerra tecnologica avrà effetti disastrosi sulle aziende statunitensi, così come su quelle di altre in parti del mondo”, ha affermato Xinhua Joseph Menn, autore Usa e giornalista tecnologico di Reuters.
Secondo Chen Lifang, direttore del board del colosso cinese, Huawei da sola compra ogni anno beni e servizi per oltre 11 miliardi di dollari da aziende statunitensi e il da parte degli Stati Uniti costringerebbe inoltre operatori di telecomunicazioni più piccoli e indipendenti, come Eastern Oregon Telecom e Union Wireless in Wyoming, a spendere molto di più per prodotti più costosi realizzati dai concorrenti di Huawei.