(Teleborsa) – “A ventisette anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio, legate dalla medesima, orrenda strategia criminale, la Repubblica si inchina nel ricordo delle vittime e si stringe ai familiari“. Sono le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 27esimo anniversario della strage che costò la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesco Morvillo e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
I loro nomi, insieme a quelli di Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina – aggiunge Mattarella, “sono indimenticabili. Nella loro disumanità gli assassini li hanno colpiti anche come simboli – a loro avversi – delle istituzioni democratiche e della legalità”.
“Il loro sacrificio è divenuto motore di una riscossa di civiltà, che ha dato forza allo Stato nell’azione di contrasto e ha reso ancor più esigente il dovere dei cittadini e delle comunità di fare la propria parte per prosciugare i bacini in cui vivono le mafie”, ha continuato Mattarella.
“Questa riscossa ha già prodotto risultati importanti, ma deve proseguire. Fino alla sconfitta definitiva della mafia, che Falcone e Borsellino hanno cominciato a battere con il loro lavoro coraggioso, con innovativi metodi di indagine, con l’azione nei processi, con il dialogo nella società, nelle scuole, soprattutto con una speciale attenzione all’educazione dei giovani”, ha ricordato il Capo dello Stato.
Il presidente della Repubblica ha poi ricordato che “Giovanni Falcone avrebbe da pochi giorni festeggiato i suoi 80 anni. La mafia sanguinaria ha spezzato la sua vita, ma non il suo esempio di magistrato, il suo insegnamento di uomo delle istituzioni, la sua testimonianza civile”, riconoscendo come la sua “eredità costituita dalle sue conoscenze, dalla sua tenacia, dal suo rigore etico, è un patrimonio preziosissimo“.
“Le emergenze sono tante, ma questa è la prima emergenza del nostro paese“, ha dichiarato il presidente della Camera, Roberto Fico, in riferimento alla lotta alla mafia dall’aula bunker di Palermo nel corso delle celebrazioni per la strage di Capaci.
Per Fico “serve un importantissimo ‘Piano Marshall’ per dire definitivamente basta alla mafia. Oltre alla repressione, che lo Stato fa in modo puntuale e straordinario grazie a magistratura e forze dell’ordine che fanno un lavoro eccezionale, dobbiamo arrivare immediatamente con la formazione, le scuole e gli assistenti sociali – ha aggiunto Fico. Dobbiamo andare nei quartieri difficili a riprenderci quei ragazzi che non vanno a scuola e che finiscono nelle mani del crimine organizzato”.