(Teleborsa) – “È ora di tornare sulla luna, questa volta per restare”. La frase, pronunciata da Jeffrey Preston Bezos, fondatore, presidente e amministratore delegato di Amazon, è già diventata sinonimo di un must riferita alla nuova frontiera dello spazio aperta dai privati. Se Elon Musk punta decisamente a Marte, impresa che riveste una sfida scientifica per gli sviluppi tecnologici che l’accompagnano, il ritorno sulla Luna proposto da Bezos è sorretto anche da una visione più commerciale ma non per questo meno affascinante e concreta. Avere svelato le caratteristiche del lander “Blue Moon”, versione moderna del Lem che portò l’uomo sulla Luna mezzo secolo fa, fa di Blue Origin, la società spaziale di Bezos, una seria candidata a centrare l’impresa nel 2024, non in competizione ma in accordo con la NASA che ha indicato questo obiettivo da raggiungere entro un lustro.
Blue Moon, dotato di un motore ad altre prestazioni alimentato a idrogeno e ossigeno liquidi, è stato progettato per trasportare tra 3,6 e 6,5 tonnellate sulla superficie lunare e addirittura fino a quattro rover sul ponte superiore del veicolo che verrebbero calati con piccole gru alla stregua dei sistemi in uso alle navi militari. Utilizzando le celle a combustibile a idrogeno, il veicolo fornirebbe “kilowatt di potenza” ai suoi carichi utili e consentirebbe lunghe missioni che potrebbero durare per tutta la notte lunare.
Bezos ha annunciato che New Shepard, primo razzo commerciale della sua compagnia, sarà in grado di trasportare nello spazio persone sulle traiettorie suborbitali, mentre il più potente New Glenn potrebbe effettuare il suo primo volo orbitale nel 2021.
Lanciato dallo Space Launch Complex 36 di Cape Canaveral in Florida, New Glenn è in grado di trasferire 13 tonnellate in orbita di trasferimento geostazionaria e da lì lanciare il suo lander Blue Moon verso la Luna.
Nei disegni di Bezos, Blue Moon dovrà rappresentare la prima pietra per lo sviluppo di un’infrastruttura permanente sulla Luna, utile sia ad attingere alle risorse presenti sulla superficie selenita, sia per il turismo spaziale ancora più avanzato rispetto ai voli suborbitali terrestri.