(Teleborsa) – ha presentato oggi il nuovo piano quinquennale 2019-2023, che conferma una crescita stabile e congrua dei principali indicatori di redditività, la creazione di valore per gli azionisti (in termini di dividendi e buyback) e, soprattutto, gli investimenti pianificati e le azioni che riguardano la transizione energetica, come ad esempio lo sviluppo del biometano e la ricerca sull’idrogeno, che porterà anche alla creazione di una business unit ad hoc.
Un piano ambizioso che è stato illustrato nei dettagli dall’Amministratore delegato Marco Alverà alla stampa ed alla comunità finanziaria nel corso di un evento a Milano.
“E’ un piano che è migliorato ed abbiamo rispettato per il 12esimo anno di fila, Snam ha terminato i suoi investimenti on time on budget, vale a dire sia nei tempi che nei costi”, ha spiegato il numero uno della società.
“Abbiamo fatto acquisizioni in Italia e siamo quindi cresciuti nella RAV. Abbiamo importante piano di riduzione dei costi che rende le nostre attività sempre più efficienti ed abbiamo anche un importante portafoglio di attività internazionali, che continua a crescere e che ha fatto molto bene in ciascuna delle società in portafoglio con un ritorno superiore al 10%”, ha spiegato Alverà.
Parlando più in generale del mercato del gas, il numero uno di Snam ha affermato che lo scenario attuale “è diventato ancora più favorevole” ed è caratterizzato da una crescita sorprendente della domanda di gas in Italia, in Europa e nel mondo: la domanda di gas a livello mondiale è cresciuta nel 2018 di circa il 5%, mentre in Italia è previsto per il 2019 un aumento del 4,4% trainato dall’energia termoelettrica. Alverà ha detto che “il ruolo del gas è definito da tutti come centrale” e questo dà a Snam “un posizionamento unico sul mercato”.
Nel nuovo piano, la società ha previsto di raddoppiare gli investimenti nella transizione energetica a 400 milioni rispetto ai 200 milioni del precedente piano. In gran parte saranno assorbiti dal biometano, che avrà un ruolo strategico nel percorso di decarbonizzazione, ma anche della mobilità sostenibile, dal CNG (gas naturale compresso) e da molte altre voci, ad esempio la città di Taranto, dove Snam potrebbe investire fino a 40 milioni sui 400 complessivi previsti per la transizione energetica.
A chi chiedeva della situazione dell’ex Ilva, l’Ad ha premesso “noi non facciamo acciaio”, ma ha spiegato che Snam è “al lavoro da mesi su Taranto, come su altre città”. “Abbiamo incontrato le amministrazioni locali a più riprese, anche con la Cdp, ci sentiamo quotidianamente su tanti temi, così come col Governo”, ha affermato Alverà, aggiungendo “abbiamo una lista dettagliata di investimenti” e Taranto può essere “un’area interessante” ed “un ottimo candidato”. Fra i progetti che sono stati identificati anche un impianto LNG in piccola scala visto che c’e’ un porto, infrastrutture CNG per alimentare a metano i mezzi pubblici e privati e un potenziale impianto di biometano che possa smaltire rifiuti.
In occasione della presentazione del piano, Teleborsa ha intervistato l’Ad Marco Alverà, che ha parlato della sostenibilità del business e degli sviluppi futuri.
Garanzia di solidità e focus sul futuro. Sono questi i punti salienti del Piano Snam in termini di redditività, efficienza e investimenti?
“Siamo un’azienda solida, ma anche molto dinamica. In crescita. Abbiamo approvato ieri un piano che prevede un incremento degli investimenti a 6 miliardi e mezzo in 5 anni, ma prevede di investire molto di più nella transizione energetica, nei temi di sostenibilità ambientale. Riduciamo le emissioni, investiamo nei nuovi business per il biometano, per l’idrogeno, per la mobilità sostenibile, per l’efficienza energetica e al contempo facciamo crescere l’utile del 4% all’anno e il dividendo del 5%. C’è una forte sostenibilità ambientale, ma anche, sottostante, una fortissima solidità economica”.
Viene creata una business unit per l’idrogeno. Quanto credete in questa ricerca?
“Noi crediamo moltissimo che l’idrogeno sarà uno dei combustibili del futuro. Un combustibile totalmente rinnovabile: si può produrre dal sole, si produce con l’elettricità e si può ritrasformare in elettricità ed usare negli usi industriali ed anche per il trasporto. Non sarà chiaramente l’unica soluzione, ma non è una sperimentazione. Questo è un combustibile che già esiste, un mercato già molto maturo. L’idrogeno oggi è fatto, sostanzialmente, con il gas naturale, però emette CO2, noi puntiamo a fare un idrogeno verde quindi fatto da fonte solare che abbia costi competitivi con l’idrogeno che viene già usato oggi”.
Fattori e ESG e finanza sostenibile perfettamente integrati nel Piano. Una chiave di lettura per il futuro?
“Siamo stati la prima società quotata ad avere un comitato ESG. Abbiamo voluto creare un comitato dedicato nel nostro consiglio di amministrazione. L’ESG non è solo nel Piano o nel consiglio di amministrazione, è in tutto quello che facciamo. Questo ci da un vantaggio molto importante, ci da un vantaggio con i nostri dipendenti, siamo stati votati la seconda azienda in Italia e tra le prime 150 al mondo come miglior posto dove lavorare quest’anno, da Forbes, e abbiamo la capacità di interloquire meglio con le comunità locali nei territori dove operiamo. L’ESG serve anche ad attrarre capitali, sia equity che debito, sempre più alla ricerca di investimenti ESG. Quindi vediamo come poi aiuta a ridurre il nostro costo del capitale e del debito”.