(Teleborsa) – Un’Italia “sostenibile” e “leader” nel processo di transizione energetica. Questo l’obiettivo di Snam che vede nell’idrogeno la chiave per affrontare le nuove sfide poste dalla green economy. Nel contesto della lotta ai cambiamenti climatici e della crescente integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle strategie delle imprese, le potenzialità di quello che viene definito come il “vettore energetico pulito del futuro” sono state illustrate nel corso dell’iniziativa “The Hydrogen Challenge – 2019 Global ESG Conference” organizzata oggi, 10 ottobre, e domani alla Lanterna di Roma, con il patrocinio del ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale e del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
La prima giornata di lavori ha visto gli interventi del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, del sottosegretario per gli Affari Esteri e la cooperazione internazionale Manlio Di Stefano, del presidente di Snam Luca Dal Fabbro e dell’amministratore delegato Marco Alverà. Hanno, inoltre, preso parte alla conferenza il Nunzio Apostolico Emil Paul Tscherrig, il presidente dell’ARERA Stefano Besseghini, il direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) Fatih Birol, la presidente della COP26 Claire Perry, il direttore esecutivo dell’Environmental Defense Fund Europe Bryony Katherine Worthington, il principal advisor della DG Energy della Commissione europea Tudor Constantinescu, il direttore generale di IRENA Francesco La Camera, la presidente di S&P Global Market Intelligence Martina Cheung, il managing director di Blackrock Eduard Ruijs e il CEO di Microsoft Italia Silvia Candiani. Tra le aziende intervenute nel corso della giornata anche Allianz Global Investors, BNPP AM, BofA Merrill Lynch, DNV GL, Enagas, Northern Gas Networks, Nuovo Pignone, Rina, Sapio e Unicredit.
CONTE: “ITALIA PUÒ ESSERE TRAINO GREEN ECONOMY IN EUROPA” – ”Dobbiamo avviare in Italia un’azione concreta e rapida per realizzare con l’idrogeno gli stessi risultati che abbiamo ottenuto con l’eolico, in questo modo recuperando il divario che ci separa da alcuni paesi del Nord Europa, che già sono passati, in questo settore, dalla sperimentazione all’attuazione – ha affermato Conte –. L’Italia ha le riserve umane e le competenze tecnologiche per vincere, in tempi brevi, questa sfida, esprime realtà di assoluto rilievo a livello internazionale, come Snam, che hanno saputo precorrere i tempi e anticiparne tendenze e può fungere da traino e stimolo per tutta l’Unione europea, per una stretta di mano tra economia ed ecologia”.
DAL FABBRO: “UN KG DI IDROGENO SCALDA UNA FAMIGLIA 2 GIORNI” – “L’idrogeno è una delle soluzioni energetiche del futuro: un kg di idrogeno riscalda una famiglia per due giorni, fa camminare una macchina per 130 km, produce 9 tonnellate di acciaio. È quindi un bene prezioso – ha affermato Dal Fabbro – . “Snam e le grandi società italiane, europee e del mondo hanno la grande responsabilità di non inquinare ma anche e soprattutto permettere il dialogo, perché è dal dialogo che si possono definire dei piani globali”.
ALVERÀ: “ENTRO FINE ANNO IN TUBI GAS MIX AL 10% IDROGENO” – Dopo l’avvio ad aprile della sperimentazione di una miscela di idrogeno al 5% e gas naturale nella rete di trasmissione servendo due aziende della zona di Contursi Terme (Salerno), “entro fine anno introdurremo nella rete di trasmissione del gas naturale un mix di idrogeno al 10%” sempre in Campania, ha annunciato Alverà . “Sono proprio le regioni del Sud Italia, dalla Campania alla Puglia alla Sicilia, ricche di energia rinnovabile quelle che – ha spiegato l’ad di Snam – potrebbero favorire l’affermazione dell’idrogeno come nuovo vettore di energia pulita nonché nuove opportunità di sviluppo e occupazione”.
LA SFIDA DELL’IDROGENO – Secondo l’associazione Hydrogen Council, di cui fa parte anche Snam, il valore dell’economia dell’idrogeno è destinato ad aumentare dai circa 100 miliardi di dollari l’anno di oggi a 2.500 miliardi di dollari nel 2050. L’idrogeno, elemento più abbondante dell’universo, presenta, infatti, numerosi vantaggi: non genera nei suoi vari utilizzi emissioni climalteranti e inquinanti; può essere trasportato e stoccato utilizzando le infrastrutture esistenti e con un costo inferiore all’elettricità; può essere prodotto da rinnovabili, con costi in forte diminuzione sia per solare ed eolico sia per gli elettrolizzatori; può decarbonizzare in modo efficace i cosiddetti settori “hard-to-abate” come siderurgia e raffineria; può essere impiegato nella mobilità sostenibile, attraverso l’utilizzo di celle a combustibile e può favorire il “sector coupling” (integrazione fra produzione e consumo di energia), facendo leva sul suo ruolo di ponte fra elettricità e gas. Tuttavia, ad oggi, una delle principali sfide è rappresentata dalla sua produzione. L’idrogeno in forma libera non è presente in natura ma può essere prodotto attraverso un’ampia gamma di processi chimici e fisici. Attualmente si ottiene principalmente per usi industriali a partire da gas naturale, attraverso un processo di conversione termochimica con produzione di CO2 (cosiddetto “idrogeno grigio”). A questa modalità può essere aggiunta la tecnologia di cattura e stoccaggio della CO2 (CCS) per ottenere idrogeno decarbonizzato (“idrogeno blu”). Un’altra strada per la produzione di idrogeno è tramite elettrolisi dell’acqua, in cui viene utilizzata energia elettrica per “scomporre” l’acqua in idrogeno e ossigeno, senza produzione di CO2, e ottenere “idrogeno verde”. Modalità, quest’ultima, con la quale si produce circa il 5% dell’idrogeno globale ma che, alla luce della progressiva riduzione del costo dell’energia solare ed eolica e degli elettrolizzatori, può rivelarsi un “game changer” per la transizione energetica. Bloomberg New Energy Finance stima che i costi di produzione dell’idrogeno verde potranno scendere di oltre il 70% nei prossimi dieci anni e, secondo uno studio Snam-McKinsey, presentato oggi insieme al libro “Generation H” di Alverà, l’idrogeno potrebbe arrivare a coprire quasi un quarto (23%) della domanda nazionale di energia entro il 2050 in uno scenario di decarbonizzazione al 95% (necessario per rientrare nel target di contenimento del riscaldamento globale entro 1,5°), più dell’attuale quota di mercato combinata dell’elettricità generata da fonti rinnovabili e fossili (20% nel 2018).
Snam, nel corso della giornata dedicata all’idrogeno, ha firmato due accordi sui temi dell’energia sostenibile e dell’innovazione. Il primo è un memorandum of understanding con l’Autorità per l’Innovazione di Israele mirato a favorire la collaborazione tra Snam e aziende israeliane, in particolare start-up, nelle tecnologie innovative al servizio della green economy. Il secondo è un accordo quadro Snam-Cnr finalizzato a progettualità e analisi comuni per lo sviluppo dell’idrogeno e in generale dei gas rinnovabili e della modalità sostenibile. La Società ha, inoltre, promosso un Osservatorio permanente ESG in collaborazione con l’Università Luiss di Roma.