(Teleborsa) – Un lungo corteo a Roma, da piazza Santi Apostoli, per salvare migliaia di posti di lavoro: quelli dell’ex Ilva, a rischio chiusura, e quelli di Alitalia, al centro di un vasto piano di ristrutturazione e rilancio, assieme ad una serie di altre crisi aperte in tutta Italia.
La manifestazione nazionale indetta per oggi dai maggiori sindacati confederali – Cgil, Cisl e Uil – è una protesta corale per il lavoro e contro le crisi aziendali che si tramutano in pesanti tagli ai posti di lavoro. Si tratta solo di una delle molte iniziative programmate per questa settimana – in aggiunta allo sciopero per il rinnovo dei contratti ed a quello per la rivalutazione delle pensioni – ed avviene in concomitanza con lo sciopero dei lavoratori dell’ex Ilva, che incrociano le braccia per 32 ore, dalle 23 di lunedì 9 alle 7 di mercoledì 11. Venerdì 13 dicembre, poi, sarà la volta dei dipendenti Alitalia.
“E’ necessario cambiare pagina e soprattutto è il momento di passare alle cose concrete e ai fatti”, ha affermato il segretario della Cgil Maurizio Landini, aggiungendo “non abbiamo paura, non ci rassegniamo e andiamo avanti finché non otteniamo risultati“. Rivolto alla famiglia Mittal, il sindacalista afferma “avete sbagliato ad andare in tribunale, tornate al tavolo a partire dall’accordo firmato a settembre dall’anno scorso ed agli impegni assunti”.
Anche la leader della Cisl Anna maria Furlan ribadisce che “gli accordi non sono carta straccia” e sottolinea che c’è “bisogno di risposte” su più fronti: Ilva, Alitalia, Whirlpool, Mercatone Uno. “Finché non avremo le risposte alle questioni che un anno fa abbiamo aperto insieme, noi continueremo nella mobilitazione, nella nostra lotta”, ha confermato la Furlan.
“Certamente se ci fosse stato lo Stato, non ci sarebbero stati i balletti a cui assistiamo”, ha dichiarato il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo, concludendo “non possiamo permetterci un altro Natale così”.