(Teleborsa) – Sconnessi per un giorno. Vi spaventa il solo pensiero? Eppure c’è stato un tempo, in fondo neanche così lontano, in cui abbiamo fatto a meno di internet. Se, invece, siete tra quanti hanno nostalgia di fare un salto nel passato quando i cellulari non erano nei nostri più lontani pensieri, calendario alla mano, perchè si avvicina una data che potrebbe fare decisamente al caso vostro. Si terrà l’11 maggio a Corinaldo, uno dei borghi più belli d’Italia, in provincia di Ancona, il primo Disconnect Day d’Italia.
Un evento nazionale che chiede a tutti i partecipanti di sigillare il loro smartphone in un’apposita busta consegnata presso uno degli infopoint sparsi in città, per tenerlo con sé, spento, per tutta la durata delle attività che riusciranno a svolgere. Dalle 9 alle 19 si potranno sperimentare laboratori pensati ad hoc dagli esperti psicologi, psicoterapeuti ed educatori dell’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze Tecnologiche, GAP e Cyberbullismo) per adulti e bambini, dove si lavorerà a stretto contatto con le emozioni per comprendere meglio se stessi e l’altro.
Oscar Wilde sapeva resistere a tutto ma non alle tentazioni: e i partecipanti al Disconnect Day sapranno resistere alla tentazione di non utilizzare il cellulare per qualche ora? Tra i motivi che più di tutti spingono all’utilizzo di questo mezzo c’è la noia, come è emerso da un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Washington. Secondo una ricerca dell’Associazione Di.Te. realizzata in collaborazione con il portale Skuola.net su un campione di 23.166 persone di cui 9.419 maschi e 13.747 femmine tra gli 11 e i 26 anni, la continua disconnessione dalle relazioni vis à vis mina il rapporto genitori-figli. Il 38% dei ragazzi ha detto che si sente rispondere “Un attimo” dai genitori perché impegnati con gli strumenti digitali quando invece vorrebbero le loro attenzioni.
Avverte Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta e Presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te.: “Momenti come questi dovrebbero essere lo spunto per adottare un sano e periodico detox dagli strumenti digitali per ritornare alla condivisione presente nella vita reale con la gente che ci circonda, stimolando nuovamente il pensiero critico e cogliendo gli stimoli che il dialogo può offrirci grazie all’attivazione di tutti i sensi. Sensi che spesso non vengono attivati in toto quando si intrattengono conversazioni solo sui messanger o sui social”.