(Teleborsa) – Il rosso di bilancio da 6,9 milioni alla Catullo segnala allerta per i conti economici e la gestione degli aeroporti del Garda, il binomio Verona-Montichiari che vede lo scalo bresciano con movimenti aerei ridotti al minimo. La notizia di un volo Dhl dislocato per operare su Montichiari altro non è che uno spostamento logistico da Venezia per agevolare la movimentazione delle merci concentrate nell’area industriale vicentina.
Per sbloccare l’impasse è intervenuto l’a.d. di Save, Enrico Marchi, proponendo una soluzione sul modello olimpico Milano-Cortina per rilanciare lo scalo di Montichiari. L’idea, in realtà, nasce da un incipit di Guido Galperti, vicepresidente della Provincia di Brescia, nel corso dell’assemblea della società Catullo svoltasi il 4 luglio, che auspica la ripresa del dialogo con l’aeroporto di Bergamo, che ha radici ventennali ma mai portato a buon fine.
Save, che dal 2014 detiene il 40% di Catullo, scommette sulla possibilità di costruire l’asse lombardo-veneto stringendo un patto con SACBO. Ma resta il vincolo della concessione di Montichiari in capo a Catullo e il chiaro interesse del gestore bergamasco a discutere solo sulla base di una soluzione che ne disegni un ruolo primario e non solo di mera partecipazione. Quanto alle merci, Dhl a suo tempo ha operato già la scelta di aprile il suo hub a Malpensa e conservare un polo logistico strategico a Orio al Serio, dove pure opera Ups costituendo un binomio di courier eccellenti.