(Teleborsa) – E’ andato a vuoto il tentativo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di convincere i vertici di Governo dei 5 Stelle a invitare formalmente Atlantia a prendere in considerazione la partecipazione alla cordata per il rilancio di Alitalia. Più che fallito, a volere essere ottimisti, potrebbe dirsi rimandato, dal momento che né il ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio, nè il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli si sono presentati all’appuntamento, di fatto annullato. L’interpretazione è facile da dedurre, perché i pentastellati fanno fatica ad allentare l’irrigidimento maturato nei confronti del gruppo che fa capo alla famiglia Benetton.
Nell’incontro a tre Conte avrebbe voluto discutere sia della concessione autostradale, sia dell’ingresso nel capitale della newco Alitalia. E la mossa non riuscita del premier semmai allontana l’ipotesi di coinvolgimento di Atlantia qualora non arrivasse un segnale di disponibilità chiara sempre dal Governo. Ovvio che ora la discussione si sta sviluppando sul piano politico, con Salvini strenuo sostenitore di Atlanta indicato come unico partner industriale affidabile, per capacità finanziaria e presenza consolidata nel trasporto aereo, da affiancare a FS e Delta Airlines.
I sindacati, convocati al Mise il prossimo 3 luglio, si sono detti non disposti a discutere di soluzioni interlocutorie. All’approssimarsi della scadenza del 15 luglio c’è chi ricorda che ci sono in gioco gli 11mila posti di lavoro dei dipendenti Alitalia, che quasi raddoppiano con l’indotto. La Federazione Nazionale Trasporto Aereo ha fatto sapere di rifiutare «la candidatura di soggetti non del settore che, per quanto validi imprenditori, non potrebbero fornire mai le necessarie garanzie di successo al progetto».
Motivo per cui il presidente del consiglio Conte, che deve gestire i delicati rapporti con la Ue, chiederà a Di Maio e Toninelli un atteggiamento responsabile per sciogliere il nodo che impedisce di varare il nuovo corso di Alitalia.
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