(Teleborsa) – Aveva appena completato al check-in le operazioni di “accettazione” per imbarcarsi su un volo Ryanair in partenza da Milano/Bergamo per Dublino quando Ronan Cox, irlandese, in viaggio di ritorno a casa con moglie e 3 bambini, ha saputo di essere il passeggero numero 100 milioni della low cost numero uno in Europa. Festteggiamenti, quindi, a Orio al Serio per il risultato record raggiunto da Ryanair in poco più di 17 anni di attività sullo scalo bergamasco, essendo stato il primo volo il 14 febbraio 2002. Così Emilio Bellingardi, Direttore Generale SACBO, la società che gestisce appunto l’aeroporto della città orobica, ha parlato a Teleborsa dello straordinario percorso compiuto insieme passo dopo passo che ha portato Milano/Bergamo ad essere il terzo scalo aereo d’Italia e Ryanair la prima in assoluto tra le compagnie low cost del vecchio continente:
Bergamo tra i primi ha intercettato e ha capito la potenzialità di questo modello di business, vi aspettavate uno sviluppo così forte?
“Il merito va dato a chi c’era in quegli anni, parliamo del 2002. il mercato delle low cost si affacciava in Italia. Grazie alla grande visione del Presidente di allora, Testa, seppur con alcune discussioni all’interno dell’azienda, scelsero comunque di cogliere usta opportunità. Non era previsto il numero dei passeggeri che questo business avrebbe potuto generare, ma io credo che nessuno, neanche negli anni successivi, avrebbe immaginato cosa sarebbe successo dal 2007/2008 in avanti. Di fatto è stato un cambiamento completo del modo di viaggiare, il modello di businnes del trasporto aereo continentale in Europa è profondamente mutato e i risultati sono quelli che vediamo. Ci sono luci e ombre però, ma il fatto di riuscire a tenere sotto controllo i costi e lavorando su un modello di diffusione così capillare e digitalizzato ha permesso una grande crescita soprattutto per un Paese come l’Italia che era fananlino di coda in Europa.
Uno sviluppo che ancora continua a ritmi serrati, cosa vi aspettate?
“Io credo che le crescite a doppia cifra registrate negli anni passati non potranno continuare, perchè hanno già fatto volare tutti coloro che non volavano, quindi immaginare di continuare a crescere in questo modo è complicato. Rispetto ad altre compagnie aeree, rispetto a un modello di gestione del trasporto aereo diverso da quello low-cost, i tassi di crescita continueranno in ogni caso ad essere abbastanza importanti. La sfida credo sia capire quanto, stante la crisi delle compagnie tradizionali, sul settore del traporto europeo le compagnie low-cost possano sostituire i vettori “storici” alimentando i loro hub più importanti per il traffico intercontinentale, che per le grandi compagnie rimane quello più profittevole”.
Un servizio intercontinentale low-cost ancora non esiste, voi come Aeroporto di Bergamo vedete in modo favorevole questa possibilità?
“Quello che mi ha insegnato il rapporto con i miei clienti più importanti è che immaginare un modello di businnes low-cost sulle tratte intercontinentali è estemamente complesso. Quindi credo che una sana dose di realismo ci deve far concentrare su quello che è il traffico continentale”.