(Teleborsa) – Nei primi sei mesi del 2019, secondo uno studio pubblicato da Facile.it e Prestiti.it, sono stati erogati oltre 71 milioni di euro in prestiti destinati a coprire le spese legate a scuola, università e, più in generale, alla formazione. Se da un lato è aumentato l’importo medio richiesto alle società di credito, che nel corso del primo semestre 2019 è stato pari a 7.960 euro, vale a dire il 5% in più rispetto allo stesso periodo del 2018, l’analisi evidenzia un boom di richiedenti giovani che hanno deciso di ricorrere a un prestito per pagare i propri studi. Quasi una richiesta su cinque arriva, infatti, da un under 25 con un trend che segna un incremento del 7% (dal 12% al 19%) rispetto allo scorso anno. Aumenta, inoltre, la percentuale di donne che richiedono prestiti per lo studio che nel primo semestre 2019 ha raggiunto il 37% del totale.
Per quanto riguarda gli importi, ad aumentare sono state, soprattutto, le richieste di prestiti di taglio medio e grande: quelle tra i 3mila euro e i 5mila euro sono passate dal 24% al 28% del totale mentre quelle superiori a 10mila euro sono salite dal 19% al 22%. Di contro, sono diminuite le richieste di prestiti personali per lo studio di piccolo taglio, quelle sotto i 3mila euro, ad esempio, sono calate dal 33% al 28% del totale. A fronte di un aumento delle somme richieste, il piano di ammortamento medio si è allungato passando da 51 rate nel primo semestre 2018 a 58 rate (poco più di 4 anni e mezzo) nel primo semestre 2019.
“Richiedere un prestito personale per far fronte alle spese legate allo studio può essere un modo per non rinunciare, ad esempio, ad una formazione di alto livello, i cui costi possono essere spesso molto elevati, ma anche una semplice strategia per far pesare il meno possibile sul budget mensile spese scolastiche o formative dilazionandole in rate di piccolo importo – spiega Andrea Bordigone, responsabile prestiti di Facile.it –. È positivo sapere che siano i ragazzi stessi i primi a voler investire sul proprio futuro, ma è anche indice del fatto che abbiano una situazione reddituale più serena rispetto al passato e che gli consente, seppur magari aiutati dai genitori, di impegnarsi nella restituzione delle rate”.