(Teleborsa) – Ancora aperta la partita sulle nomine UE. Lo scorso 22 giugno, infatti, al termine di un Consiglio Europeo che alla vigilia sembrava decisivo per il futuro dei vertici dell’Unione, ai leader non era rimasto che prendere atto del mancato accordo rinviando tutto di dieci giorni, a domenica 30 giugno, quando cioè i Capi di Stato e di Governo saranno rientrati dall’importante appuntamento del G20 in corso a Osaka che, con grande probabilità, potrebbe diventare anche teatro di una sorta di “preaccordo” per sgombrare il campo almeno dai veti incrociati.
Appuntamento, dunque, al Consiglio Europeo straordinario fissato per domenica 30 giugno quando i leader discuteranno ad oltranza per comporre un pacchetto di figure di qualità, forte del maggior consenso possibile, capaci di rispettare i criteri di equilibrio geografico e di genere, e di accontentare tutte le “famiglie politiche” impegnate nella costruzione di una coalizione di maggioranza al Parlamento europeo, in grado di riempire le “caselle” e non è escluso che il vertice possa essere protrarsi anche a lunedì qualora non arrivasse la fumata bianca.
E proprio nelle ultime ore si fa strada l’ipotesi di Mario Draghi alla Presidenza della Commissione europea, pronto ad occupare la poltrona che lascerà Juncker, dopo aver detto addio a quella di Presidente della BCE, visto che il suo mandato scade a fine ottobre. Una figura considerata “super partes” che proprio pochi giorni fa, in occasione della sua ultima riunione all’Eurosummit, ha incassato il plauso unanime dei Leader Europei.
CONTE: MILLE NOMI – Mario Draghi Presidente della Commissione europea? “Saltano mille nomi, in questo momento sono giorni caldi. Aspettiamo, ci sono candidature più probabili, altre meno. Stiamo lavorando tutti insieme, c’è un buon clima costruttivo”, risponde così il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a margine del G20 di Osaka. Il Premier intende prendere tempo per cercare di capire quali sono le opzioni sul tavolo.
Più entusiasta Matteo Salvini che strizza l’occhio a una Commissione guidata da Draghi: “Un italiano alla presidenza sarebbe motivo di orgoglio, ma bisogna convincere francesi e tedeschi”, afferma ad Agorà, su Rai 3. Il ministro dell’Interno non risparmia lodi nei confronti del presidente della Bce, il cui mandato – come quello di tutte le istituzioni Ue – è in scadenza: “Draghi a livello europeo ha dato dimostrazione di efficacia. È una partita che sta gestendo il presidente del Consiglio, non mi voglio evidentemente sostituire a nessuno”.