in

Ponte Morandi, tutti gli aiuti di Aspi per Genova in quest'anno

(Teleborsa) – A 363 giorni dalla tragedia del ponte Morandi che il 14 agosto 2018 ha colpito Genova, la città è pronta a rinascere dalle macerie. Il viadotto non c’è più. Ieri, dopo un lavoro immane durato 8 mesi, con la frammentazione delle pile 1 e 2, è stata completata, nei tempi stabiliti, la demolizione del gigante di cemento da 70 mila tonnellate.

In attesa dell’avvio della ricostruzione del ponte – i cui oneri così come quelli relativi alla demolizione sono integralmente a carico di Autostrade per l’Italia (Aspi) che ha messo a disposizione della struttura commissariale l’intero importo necessario per le operazioni a ripartire è anche la vita di abitanti e commercianti, stravolta dal crollo. Secondo quanto ricostruito da Teleborsa, sulla base dei dati di Autostrade, la società concessionaria ha erogato indennizzi a supporto del territorio (a favore di sfollati e attività produttive); contributi a favore delle vittime e dei feriti; eseguito interventi per migliorare la viabilità cittadina e applicato esenzioni dal pedaggio nell’area genovese; per un totale che ha ampiamente superato i 500 milioni di euro annunciati da Aspi un anno fa.

Nel dettaglio i contributi per far fronte alle prime necessità dei nuclei familiari sfollati (spese urgenti e danni materiali, risorse per esigenze familiari, bonus per avvio anno scolastico e acquisto materiale didattico dalla scuola materna all’Università, oltre alle indennità di immediato sgombero per gli aventi diritto individuati dal Pris) hanno riguardato 485 beneficiari. Autostrade ha, inoltre, garantito una soluzione abitativa a 305 nuclei familiari, attraverso il rimborso delle rate dei mutui e dei canoni di affitto e riconoscendo i valori degli immobili con tutte le maggiorazioni richieste. Per quanto riguarda le attività produttive, tra commercianti, artigiani e imprese, sono stati in totale 523 i beneficiari. In particolare è stato fornito un aiuto rilevante alle imprese della Zona Rossa e della cosiddetta Zona Arancione, al fine di consentirne la continuità operativa, favorendo anche l‘immediata rilocalizzazione e il mantenimento dell’occupazione sul territorio. Dopo aver erogato i primi due round di contributi, a luglio 2019 la società ha, inoltre, deciso d’intesa con il Commissario di attivare una terza e ultima tranche di aiuti (tuttora in corso) alle imprese e alle attività commerciali della Zona Arancione per la copertura della perdita del primo margine fino ad aprile 2020 (data prevista di completamento dell’opera). Ad eredi delle vittime e feriti Aspi ha formulato proposte di risarcimento basate sui livelli tabellari massimi (previsti dal Tribunale di Milano) e, al momento, ha liquidato il 90% degli aventi diritto (337 beneficiari).

Aiuti che, secondo quanto affermano cittadini e commercianti colpiti, dal crollo, sono stati gli unici a essere tempestivi. “Quando è crollato il ponte abbiamo avuto qualche danno ai furgoni rimasti sotto le macerie o bloccati a causa della chiusura delle strade – racconta Paolo Pesce, titolare di una ditta di trasporti –. Autostrade penso sia stata molto corretta, sono stati gli unici che mi hanno dato un aiuto subito. Abbiamo fatto anche altre domande per i risarcimenti dello Stato e per il contributo della Regione, quella dei 15.000 mila euro una tantum, di cui, però, ad oggi non abbiamo nessuna notizia”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

Fujitsu, FIM-CISL sulla cessione al gruppo Livia

Unioncamere, proliferate le imprese balneari negli ultimi 10 anni