(Teleborsa) – Per aumentare la produzione energetica elettrica da fonti rinnovabili, come previsto entro il 2030, è necessario introdurre sistemi di accumulo in modo da evitare il taglio delle produzioni in caso di overgeneration per 4,5 GW di sistemi di accumulo elettrochimici distribuiti e di 6 GW centralizzati.
È quanto indicato da Maurizio Delfanti, amministratore delegato di RSE – Ricerca sul Sistema Energetico, in audizione alla X Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati.
L’audizione fa parte dell’indagine conoscitiva sulle prospettive di attuazione e di adeguamento della Strategia energetica nazionale al Piano nazionale Energia e Clima per il 2030.
Lo scenario delineato da RSE prevede uno sviluppo del sistema energetico al 2030 con un incremento della produzione da fonti rinnovabili che riguarda, per la gran parte, il solare fotovoltaico – con una potenza installata, che passa dai 20 GW attuali a 50 GW – e l’eolico onshore, da 12 a 17,5 GW.
Gli aumenti incrementi, secondo RSE, necessitano però una capacità di accumulo indispensabile per evitare il taglio della produzione da fonti rinnovabili non programmabili in caso di overgeneration.
In particolare, i modelli elaborati prevedono di inserire 4,5 GW di sistemi di accumulo elettrochimici distribuiti e di 6 GW centralizzati quali batterie di grande taglia e impianti idroelettrici a pompaggio.
“Sono altresì necessarie risorse economiche e nuove soluzioni – ha detto Maurizio Delfanti – per garantire prezzi dell’energia competitivi per la transizione energetica. Occorre anche incrementare la capacità di analisi costi-benefici e la disponibilità di modelli di business innovativi, con l’obiettivo di stimolare anche l’impiego di capitali privati”.
RSE ha mostrato anche progetti di ricerca sperimentali che si affiancano agli studi di scenario sulla transizione energetica. Tra questi si segnalano le iniziative in corso sull’autoconsumo e sulle comunità energetiche, nell’ottica di favorire l’adozione di sistemi decentralizzati che favoriscano l’impiego da fonti rinnovabili intermittenti.
Un ulteriore progetto di ricerca sul quale si concentra l’impegno di RSE riguarda l’utilizzo di veicoli elettrici in modalità Vehicle-to-Grid (V2G), per sfruttare la potenziale capacità di accumulo da parte delle batterie del parco di veicoli, previsto in rapida espansione, per poter fornire servizi a vantaggio della stabilità della rete.