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Petrolio, sequestro petroliera in Iran porta nuove conseguenze sul greggio

(Teleborsa) – La Guardia Rivoluzionaria dell’Iran ha detto oggi di aver sequestrato una petroliera straniera perchè accusata di aver introdotto un milione di litri di carburante vicino all’isola di Larak nel Golfo Persico domenica scorsa. A rendere nota l’operazione, in cui sono stati fermati 12 membri dell’equipaggio, la tv di stato della Repubblica islamica la quale ha omesso quale bandiera battesse l’imbarcazione.
Questo comporta nuove conseguenze sull’aumento del greggio, soggetto a diverse altalene di prezzo al rialzo in questo ultimo periodo.

La cisterna iraniana sequestrata arriva dopo una serie di attacchi e danni alle navi nello Stretto di Hormuz, il punto più debole al mondo per il trasporto del petrolio, che rimane al centro delle tensioni iniziate nel lontano 2018 tra la Repubblica islamica e Stati Uniti, Paese che ha deciso di abbandonare l’accordo sul nucleare e reintrodurre le sanzioni contro Teheran.
Il recente conflitto in Medio Oriente potrebbe spingere i prezzi del greggio più in alto visto che rimane scetticismo riguardo a una risoluzione a breve termine tra Teheran-Washington, con una certa resistenza tra i paesi che forniscono sostegno ai prezzi dell’energia.
Nel frattempo, l’Energy Information Administration, all’inizio di mercoledì, ha riferito che le forniture di greggio negli Stati Uniti sono diminuite per la quinta settimana consecutiva, ma in misura inferiore al previsto, e i prodotti petroliferi hanno registrato notevoli guadagni.

Il dato infatti palesa che le scorte di greggio sono diminuite di 3,1 milioni di barili per la settimana terminata il 12 luglio. Secondo le previsioni degli analisti la contrazione attesa era di 4,2 milioni di barili.

Al momento il si attesta a 64,17 dollari, registrando una variazione positiva dello 0,8%. Stessa sorte al rialzo anche per il che, a 57,12 dollari cresce dello 0,6%.

(Foto: Kris Krug CC BY-SA 2.0)


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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