(Teleborsa) – Continua a peggiorare la previsione offerta dall’Opec su greggio ed energia. Nel World Oil Outlook 2019, presentato oggi dall’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio a Vienna, il report fa emergere la possibilità di un’ulteriore calo della domanda di greggio prodotto dal Cartello. La riduzione della propria offerta stimata è di altri 1,6 milioni barili /giorno entro il 2025, determinata in parte dall’impatto dell’aumento di produzione di shale oil negli Usa che dovrebbe crescere di 6,7 milioni di barili/giorno nel medio termine.
Andando oltre, precisamente nel 2024, l’Opec ipotizza – bilanciandosi sulla prospettiva di un generale deterioramento della crescita economica globale e pesando le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici attuate dai governi in questo periodo – una contrazione della domanda globale di petrolio che, dai 1,1 milioni di barili/giorno del 2019m arriverà a toccare i 900.000 barili per quella data.
Ma non è tutto, per tornare a vedere un evidente rialzo l’Organizzazione attende il 2040. Per quell’anno questi prevede che la domanda di petrolio raggiungerà i 110,6 milioni di barili al giorno e che la spinta maggiore verrà da parte dei Paesi non Ocse con una crescita di 21,4 milioni di barili (rispetto al 2018). Al contrario, la domanda da parte dei Paesi dell’area Ocse dovrebbe contrarsi di 9,6 milioni di barili al giorno.
Nel contesto generale, nel rapporto infine si mette in evidenza un peggioramento per i mercati dell’energia. Si riscontra infatti che gli ultimi 12 mesi si sono rivelati “difficili” e che a fronte dei “segnali di stress nell’economia globale”, le prospettive di crescita a livello mondiale “nel breve e medio termine, sono state riviste più volte nell’ultimo anno”.
Per l’Opec, il fattore di maggior pressione rimane la forte crescita produttiva del petrolio statunitense attraverso il ‘fracking’. Nel report viene spiegato che “il principale motore della crescita dell’offerta non Opec a medio termine rimane in modo schiacciante negli Stati Uniti” e si stima che entro il 2025 la produzione negli Stati Uniti aumenterà di oltre il 40% raggiungendo 17 milioni di barili al giorno, ossia 3,1 milioni al giorno in più rispetto a quanto previsto dall’Opec l’anno scorso.
Al momento il prezzo del petrolio vive una giornata positiva. Il contratto sul light crude statunitense (WTI) scambia a 56,99 dollari al barile, in crescita di 0,45 dollari al barile (+0,8%), mentre il Brent avanza di 0,51 dollari a 62,64 dollari.