(Teleborsa) – Intesa nella maggioranza sulla stretta sui grandi evasori: la misura confluirà subito nel decreto fiscale ma entrerà in vigore dopo la conversione in legge del provvedimento. Slitta a luglio, inoltre, l’obbligo per i commercianti di dotarsi di Pos in attesa di un accordo sulla riduzione dei costi delle commissioni delle carte di credito. Rinviato sempre a luglio anche l’abbassamento del tetto all’utilizzo del contante. Questa la mediazione raggiunta nel corso di un lungo vertice a Palazzo Chigi al termine di un pomeriggio di consultazioni bilaterali fra il Premier Giuseppe Conte, il Ministro Roberto Gualtieri e i capi delegazione di ciascun partito del governo giallo-rosso. Un confronto che ha riaperto i giochi, dopo le fibrillazioni all’interno della maggioranza, a neanche una settimana di distanza dall’approvazione ‘salvo intese’ della manovra in Consiglio dei ministri.
Le due novità sono un successo del partito di Luigi Di Maio che subito dopo la riunione a palazzo Chigi esulta: “Buone notizie per imprenditori, commercianti e per tutti gli italiani onesti”. Con il carcere ai grandi evasori “colpiamo i pesci grossi, finalmente tocchiamo gli intoccabili”, mentre sulle multe ai commercianti “blocchiamo un provvedimento ingiusto”. Si continua, invece, a trattare sul regime forfettario per i professionisti, che, aggiunge Di Maio, “sarà oggetto della discussione nei prossimi giorni”.
La stretta sui grandi evasori, riferisce il Ministro Alfonso Bonafede, riguarderà coloro che sottraggono al Fisco una “somma di 100mila euro”. Per loro scatterà da un “minimo di 4 anni a un massimo di otto anni” di carcere. Per questi evasori arriva anche la confisca per sproporzione. Bonafede, inoltre, dice di non avere nessun timore su possibili modifiche in Parlamento prima che la norma entri in vigore. “Non ho nessun timore di modifiche in Parlamento, perché una maggioranza che decide di inserire nel decreto fiscale una norma dai confini così netti è una maggioranza che non deve temere nulla in Parlamento”, afferma davanti palazzo Chigi. In generale in ministro della Giustizia parla di “risultato importante per il Paese e per tutti i cittadini onesti che pagano le tasse, un segnale inequivocabile per i grandi evasori che sottraggono risorse alla collettività”.
Per Dario Franceschini, capo delegazione del Pd, la strategia di lotta all’evasione “è centrale per il Governo. Il fatto poi che nel decreto fiscale sia previsto che le norme entreranno in vigore non subito ma soltanto al momento della conversione, garantisce il Parlamento sulla possibilità di approfondirne tutti gli effetti e conseguenze”.
Il confronto comunque non è chiuso. La discussione, infatti, continuerà a partire dalle norme sulle partite Iva a cui si applica il regime forfettario al 15%. Tra le ipotesi, il divieto di cumulo per chi guadagna oltre 30mila euro da lavoro dipendente. Il regime pienamente forfettario dovrebbe essere mantenuto per chi ha un reddito entro i 65mila euro, senza introdurre il calcolo analitico.