(Teleborsa) – Gli impegni presi dal governo per evitare in extremis la procedura d’infrazione con l’Ue costituiscono un vincolo piuttosto stringente e prevedono di riportare il rapporto deficit/pil al di sotto dell’1,8%. Per questa ragione il “piano segreto del ministro dell’Economia Giovanni Tria” starebbe costruendo la prossima Finanziaria intorno alle parole “aggiustamento strutturale”. Una proposta che – secondo il quotidiano La Repubblica – prevede di disinnescare le clausole Iva tagliano e cosiddette “tax expenditure”, ossia i benefici e le agevolazioni fiscali e di dirottare gli “80 euro” di Renzi sulla cosiddetta Flat tax.
Rumor che durante la mattinata hanno creato non pochi malumori riaccendendo il dibattito intorno alla Manovra. “Non facciamo i giochini” ha assicurato il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, smentendo l’ipotesi che il ministero dell’Economia sposti gli 80 euro sulla Flat tax. “Io sto al governo solo se posso tagliare le tasse e rilanciare le opere pubbliche in questo Paese, sicuramente non per tirare a campare e per perdere tempo. O si fanno cose importanti come il taglio delle tasse, la riforma della giustizia e lo sblocco delle opere ferme, oppure torniamo dagli italiani a chiedere la forza di fare da soli quello che non riusciamo a fare”, ha aggiunto il leader della Lega.
Parole che non sono riuscite a placare i dubbi e lo scetticismo dell’opposizione. “Dopo mesi di propaganda, apprendiamo oggi dalla stampa che i 23 miliardi di aumenti Iva previsti dalla legge di bilancio 2019 saranno coperti dal 2020 con il taglio di 23 miliardi di sgravi fiscali, mentre gli 80 euro del Bonus Renzi saranno dirottati in una Flat tax che ancora non si capisce come sarà: incrementale, facoltativa, a una, due o tre aliquote, da 2, 15 o 70 miliardi? Nel 2018 gli italiani hanno già pagato 33,4 miliardi di euro di tasse in più rispetto all’ammontare complessivo medio versato dai cittadini dell’Unione Europea. Cosa vogliamo fare, ridurli alla fame? Il governo chiarisca una volta per tutte cosa intende fare”, ha commentato in una nota Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia.
“Questo Governo deve andare a casa – rincara la dose il deputato ed ex ministro dell’economia Pd, Pier Carlo Padoan – perché, se si guardano i dati, il paese sta molto peggio. C’è stata la congiuntura internazionale che è andata male, questo è vero, ma la crescita italiana è peggiorata molto di più per cause interne”, ha spiegato.
Per trovare le coperture necessarie alla Manovra “faremo sano deficit per far ripartire l’economia. È una condizione necessaria per dare risposte al Paese in questa fase: una minor tassazione è d’obbligo” ha affermato in un’ intervista a Il Messaggero, Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro della Lega.
Ma le tensioni crescono anche sul fronte sindacati. “Se i sindacati chiedono il confronto e poi non si presentano sbagliano: gli assenti hanno sempre torto – ha aggiunto Durigon –. La manovra si farà a Palazzo Chigi, ma terrà conto delle nostre proposte. C’è un contratto che ci lega a un programma e noi ascoltiamo tutti:imprese, sindacati e cittadini vogliono uno choc fiscale”. Di diverso avviso il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan che, dalle pagine del Quotidiano Nazionale avverte: “Il governo faccia chiarezza sulla manovra, la situazione del Paese è grave. La Cisl – spiega Furlan riguardo al tavolo a Palazzo Chigi e quello al Viminale – andrà ad entrambi gli incontri. Finora il governo si è limitato ad ascoltare le nostre proposte, ma non ha fornito alcuna risposta chiara, le posizioni sono rimaste distanti. Vedremo a settembre quali saranno le scelte concrete e su quelle imposteremo la nostra risposta unitariamente”.