(Teleborsa) – Prosegue, non senza ostacoli, il cammino della prima Legge di Bilancio giallorossa (del valore di circa 30 miliardi di cui 16,3 in deficit, di poco superiore a quanto stimato dal Dpb circa 16 milioni, di 12,7 miliardi nel 2021 e 10,5 miliardi nel 2022 e incentrata sulla sterilizzazione delle clausole Iva che da sole valgono 23 miliardi di euro) che dopo la bollinatura della Ragioneria dello Stato è pronta per iniziare questa settimana l’iter in Parlamento. Una delle misure senza dubbio più discusse è la stretta sulle auto aziendali – Ammonta a 332 milioni di euro nel 2020 il gettito previsto dallo Stato con l’aumento delle tasse sulle auto aziendali inquinanti che salirà fino al 2022, quando raggiungerà i 378 milioni per poi scendere a 360 milioni nel 2026. Secondo i dati della relazione tecnica allegata alla manovra – nella quale si ricorda che circa il 25% delle auto individuate è escluso dall’aumento perché è in uso a rappresentanti – i veicoli immatricolati nel 2018 e intestati a partite Iva sono 840mila: per circa 43mila di questi la tassa passa dal 30% al 100% e per circa 754mila passa al 60%. La misura, già ammorbidita, continua a perdere sostenitori e il futuro della tassa sulle vetture aziendali è decisamente in bilico. Il taglio della cedolare secca costa 200 milioni – Mantenere al 10% e non portare al 15% la cedolare secca sugli affitti a canone concordato determinerà per lo Stato una perdita di gettito di 200 milioni di euro nel 2020, di 223 milioni nel 2021 e di 212 milioni nel 2022.
Intanto, a rendere il clima incandescente ci pensano le polemiche interne ed esterne alla maggioranza sul pacchetto di interventi fiscali che dovrebbe garantire fino a 2 miliardi di euro di coperture. Oltre ai 3-4 miliardi dei risparmi derivanti da Quota 100 e dal reddito di cittadinanza, più di 1 miliardo dovrebbe arrivare nel 2020 dalla plastic tax ed oltre 500 milioni dalla sugar tax e dalla stretta sulle auto aziendali. Proprio la discussa misura sulla plastica è infatti finita sotto il “fuoco amico” di Matteo Renzi, leader di Italia Viva mentre Di Maio la difende. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, prova a richiamare all’ordine la maggioranza: “Dovremmo evitare di fare opposizione al posto di Salvini”, ha detto evocando il leader del Carroccio che fa sapere che in Parlamento è pronto a dare battaglia.