(Teleborsa) – Continua la straordinaria ondata di maltempo fuori stagione con temperature ben al di sotto delle medie stagionali e temporali che si abbattono su tutta la Penisola. Le regioni più colpite sono l’Emilia Romagna e il Veneto.
In numerose zone dell’Emilia il livello di allerta di Arpae e Protezione Civile per criticità idraulica e idrogeologica, legato ai possibili innalzamenti dei livelli di fiumi e torrenti minori, resta arancione. In Veneto, il Centro Funzionale Decentrato della Regione, al fine di garantire un monitoraggio costante della situazione e la massima prontezza operativa del Sistema di Protezione Civile, ha dichiarato, fino alle ore 14:00 di martedì 21 maggio, lo stato di attenzione (da riconfigurare, a livello locale, in fase di preallarme/allarme, a seconda dell’intensità dei fenomeni) per criticità idrogeologica in diversi bacini idrografici. A causa delle precipitazioni occorse nelle scorse ore si è, infatti, verificato un incremento dei livelli idrometrici dei fiumi Livenza, Monticano, Brenta, Agno e Bacchiglione, in crescita nelle prossime ore.
A Venezia nella serata di sabato la marea ha toccato una massima di 110 centimetri nel punto di rilevazione di Punta della Salute (corrispondente all’allagamento del 12% del centro storico). Un livello che – secondo quanto rende noto il Centro maree del comune della città lagunare – rappresenta un dato inusuale per il periodo (dal 1872 ad oggi si è raggiunto a maggio solo in altre quattro occasioni).
“Le intense precipitazioni hanno fatto innalzare il fiume Po di oltre un metro in un solo giorno per raggiungere un livello idrometrico di -0.48 metri la mattina di domenica a Boretto ma il maltempo senza tregua ha gonfiato anche i grandi laghi come quello di Como che ha raggiunto un grado di riempimento al 57%, il Maggiore salito all’88% e fino al Garda che a livelli da massimo storico addirittura al 94%” fa sapere la Coldiretti. “La situazione del più grande fiume italiano e dei laghi è rappresentativa dello stato dei corsi d’acqua della Penisola dopo una primavera pazza segnata da un mese di maggio piovoso che si classifica fino ad ora tra i più freddi degli ultimi 30 anni secondo gli esperti” afferma l’Associazione.
“L’anomalia climatica, che si è manifestata anche con temporali violenti e grandine, ha colpito l’Italia – afferma la Coldiretti – in un momento particolarmente delicato per l’agricoltura con le semine, le verdure e gli ortaggi in campo e le piante che iniziano a fare i primi frutti. A macchia di leopardo lungo tutta la Penisola si è verificata una vera strage per verdure, cereali, girasole e frutta con danni a vigneti, agrumeti, oliveti e ciliegi, ma anche alle infrastrutture, dalle stalle scoperchiate alle strade rurali franate, senza dimenticare le serre distrutte con danni superiori ai 10 milioni di euro”.
Coldiretti sottolinea, inoltre, come a “a causa dell’andamento climatico siccitoso del mese di marzo seguito da un mese di aprile e maggio dal meteo particolarmente capriccioso caratterizzato da vento, pioggia e sbalzi termici” la produzione di miele quest’anno, fino ad ora, sia “praticamente azzerata” in quanto le api non hanno trovato nettare sufficiente da portare nell’alveare.
Nell’ultimo decennio, secondo le stime della Coldiretti, in Italia i cambiamenti climatici hanno condizionato la redditività del settore agricolo e, tra danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne e perdite della produzione agricola nazionale, il conto è di 14 miliardi di euro.
(Foto: ANSA)